OpenSolaris potrebbe morire?

Così sembrerebbe dato che dalle ultime posizioni di Oracle, il concetto principe di OpenSource verrebbe a mancare.

A quanto pare Oracle ha deciso di dare la sua versione aziendale del s.o. Unix Oracle Solaris in una versione trial liberamente scaricabile a patto di acquistare successivamente una licenza di supporto. Ma non è questo il problema. Sembra che Oracle non sia più intenzionata a rilasciare il codice sorgente di alcune delle tecnologie presenti su Solaris eliminandole di fatto dalla versione mantenuta dalla comunità. Di fatto sembra che già da venerdì scorso non vi sia più alcun contributo di Oracle nella release Wonderland v0.5 Preview 3 che vedrà la luce a breve.

Il futuro degli standard UNIX: Unix 10?

g041covNegli ultimi 40 anni, i sistemi operativi Unix hanno supportato le operazioni IT mission-critical in tutto il globo. Adesso, al suo ingresso nella mezza età, i suoi sostenitori stanno attivamente sviluppando le nuove specifiche che sperano porteranno l’OS avanti nella prossima età del computing.

Al comando dell’ecosistema Unix si trova l’Open Group, un consorzio neutrale di vendor e tecnologie che sovrintende all’utilizzo del nome Unix e al rispetto delle sue specifiche — in particolare la Single Unix Specification, un set di specifiche che costituisce un sistema Unix-compliant. Al momento, la Single Unix Specification è alla versione 3 (Unix 03), ma sono già in lavorazione nuove specifiche per espandere i successi conseguiti dalla Unix 03.

“Siamo molto compiaciuti del successo di Unix 03”, ha dichiarato ad InternetNews.com Andrew Josey, Direttore degli Standard all’Open Group. “Stiamo lavorando ad una evoluzione ed abbiamo praticamente già pronte le specifiche base. Stiamo mettendo a punto gli ulteriori dettagli”.

Ciò non significa reinventare la ruota. Josey ha dichiarato che piuttosto che aprire la porta a un cambiamento rivoluzionario in Unix, qualsiasi nuova specifica sarà invece di natura evolutiva — e in particolare, continuerà a supportare le piattaforme esistenti e le precedenti specifiche Unix.

Ciò è di rilevanza critica poichè la retrocompatibilità è stata a lungo una caratteristica importante di Unix. Secondo Josey, gli applicativi binari creati per la Unix specification del 1995 funzioneranno ancora sulle piattaforme attuali.

Tale affidabilità è diventata un punto chiave per le vendite di Unix, e per le aziende che offrono sistemi basati su questo OS. I sistemi operativi compatibili con la Unix 03 provengono da molteplici vendor tra cui HP, IBM, Sun e persino Apple, che è stata Unix-compliant dal 2007.

“I nostri vendor sono molto conservatori”, ha detto Josey.

Assicurare una misura di costante retrocompatibilità non è la sola area nella quale i sostenitori di Unix sperano di vederlo risplendere.

“Abbiamo in arrivo alcune nuove feature nelle glibc per rendere i set API più ricchi,” ha dichiarato Josey. “Stiamo ricercando un migliore supporto all’internazionalizzazione, al multi-threading, più robustezza, e stiamo lavorando a una migliore gestione dei thread.”

Nonostante le attuali test suite vengano già basate sulla prossima versione della Unix specification, ci sono ancora numerosi passi da compiere prima che le nuove specifiche siano formalmente approvate.

Josey ha spiegato che l’Open Group produce dapprima un set di standard di alto livello che profilano le nuove specifiche. Poi gli standard passano attraverso una commissione di valutazione per aiutare a formare il consenso. Infine, un processo di votazione formale da parte dei membri dell’Open Group approva la specification finale.

Unix 10?

Sebbene le nuove specifiche Unix saranno basate sugli standard Unix 03, non è ancora chiaro come verrà chiamato il nuovo standard.

“Potremmo anche non utilizzare per niente un numero di versione stavolta — stiamo dibattendo su come confezionarlo,” ha detto Josey. “se gli daremo un numero di versione, potremmo chiamarlo ‘Unix 10’, ma potremmo finire anche per non usare affatto questo nome.”

La sfida di Linux

Unix ha affrontato una varietà di sfide durante i 40 anni della sua esistenza, ma una delle più recenti — e persistenti — minacce alla sua posizione nel mercato è stato il sorgere di Linux.

Tuttavia, nonostante il boom di Linux attragga particolarmente all’interno dei datacenter, l’Open Group non vede Linux come un pericolo per Unix e i propri standard. Al contrario, la relazione è diventata molto complementare, ha dichiarato Josey.

“Ho sempre visto Linux come una cosa molto positiva, e abbiamo lavorato con la comunità. Ho visto Linux cambiare da qualcosa che era molto incompatibile con Unix all’essere molto più compatibile.”, dice Josey.

La linea di separazione tra i vendor Unix e i vendor Linux è inoltre divenuta molto confusa negli ultimi anni, con i maggiori vendor Unix compresi HP e IBM che adesso sono anche i maggiori supporter di Linux.

“I nostri membri sono coinvolti dal lato della fornitura sia di Unix che di Linux”, ha dichiarato Allen Brown, CEO dell’Open Group. “Non si tratta di affermare che uno sia meglio dell’altro. Hanno finalità diverse e funzioni diverse.”

Nonostante la crescita di Linux e la sempre minor distinzione tra i sistemi operativi Unix e le versioni di Linux, Brown è convinto che Unix rimarrà probabilmente una piattaforma importante negli anni a venire per numerose ragioni fondamentali.

“Quaranta anni fa, gente come noi creava applicazioni che noi ritenevamo non sarebbero durate molto e sarebbero state presto rimpiazzate,” ha detto Brown. “Ora esse sono parte di una eredità che non si può assolutamente rimuovere e con cui qualsiasi altra cosa deve integrarsi.”

Josey ha aggiunto che Unix è utilizzato in risorse dell’esercito USA come ad esempio velivoli che ci si attende rimangano in servizio per almeno 50 anni. Di conseguenza, egli si aspetta che Unix rimarrà vivo e vibrante.

“A differenza di altre piattaforme, Unix viene sempre più usato in situazioni mission-critical,” dichiara Brown. “Trattandosi di installazioni mission-critical, è molto difficile rimuoverle dalle infrastruttura una volta che vi si trovano all’interno”.

Articolo originale su ServerWatch

SCO segna un punto

rip_scoPer dovere di completezza di cronaca bisogna riportare che la settimana scorsa SCO ha segnato un piccolo punto a suo favore nella vicenda giudiziara contro Novell per la proprietà di Unix.

Infatti una corte federale ha parzialmente annullato la sentenza precedente che assegnava a Novell la proprietà dei diritti intellettuali su Unix.

La corte ritiene che, a seguito dell’Asset Purchase Agreement con cui Novell vendette a SCO i sorgenti di Unix, SCO stessa deve ritenersi proprietaria almeno dei diritti minimi necessari per poter far frutto di questo trasferimento.

Occorre ricordare che la paternità del nome “UNIX” non è in discussione in questa lite, in quanto non appartiene nè a SCO nè a Novell, ma all’Open Group.

1234567890

Con un pò di ritardo riportiamo una notizia folkloristica, ossia il raggiungimento del valore 1234567890 nell’epoch dei sistemi Unix, nella trascorsa giornata di venerdì 13 febbraio.

Come tutti dovreste sapere, i sistemi Unix contano la data in base al numero di secondi trascorsi dall’1 gennaio 1970, e il valore è contenuto in una variabile che viene definita appunto epoch.

Non si tratta di un rischio, in quanto questo valore non causa nessun overflow della variabile dell’epoch, evento previsto per il 2038, quindi l’unico motivo per cui è stato portato alla ribalta è il fatto che si tratta di una sequenza di numeri da 1 a 0, esteticamente bella da vedere.

La cosa è anche stata alla base di diverse feste e party in giro per il mondo.

X-Force 2008 Trends Report

E’ uscito in questi giorni il report del team X-Force della IBM, il quale analizza l’andamento delle vulnerabilità, dei bug e dei rischi di sicurezza riscontrati nei vari sistemi operativi nel corso dell’anno passato.

Il report considera anche l’impatto economico delle varie criticità, e tiene in considerazione vari tipi di applicativi considerati mission-critical, come le applicazioni web e i vari browser.

A pagina 40 del report viene stilata una classifica dei sistemi operativi rispetto alle vulnerabilità riscontrate, e secondo gli esperti IBM i sistemi a maggior rischio in assoluto durante il 2008 sono stati quelli basati su Mac OS X in versione server e workstation, con il 14.3%, seguiti dal kernel Linux con il 10.9%. Le varie versioni di Windows si attestano ciascuna intorno al 5% circa, mentre AIX figura tra i sistemi più sicuri con un’incidenza di rischio del solo 3.7%.

Vari blog tecnici hanno riportato la notizia, ma parecchi obiettano sul fatto che un team finanziato da IBM se ne venga fuori con l’affermazione che un sistema operativo marchiato IBM sia il più sicuro sul mercato. Si obietta poi che non sono ben chiariti alcuni dei criteri di valutazione delle vulnerabilità, senza contare il fatto che parte della maggiore invulnerabilità di AIX è senz’altro dovuta alla sua largamente minor diffusione rispetto agli altri sistemi e conseguentemente al minore interesse ad attaccarlo.

Risulta poi poco credibile un risultato in cui i sistemi Windows appaiono vulnerabili meno della metà dei sistemi Mac e Linux, quando è sotto gli occhi di tutti che la marea di worm, malware e virus che si diffondono quotidianamente e che sfruttano l’infinità di bug e security risks giornalmente riscontrati in tutti i sistemi della famiglia Windows rendono questi sistemi i più rischiosi e vulnerabili in assoluto.

1 3 4 5 6