Contrariamente a quanto previsto poche settimane fa, sembra aprirsi uno spiraglio nel futuro dell’architettura SPARC, grazie alla notizia del rinnovo del contratto tra Oracle, la nuova detentrice di SPARC a seguito dell’acquisizione di Sun, e Fujitsu, storico sviluppatore e distributore di server basati su Sparc.
Sebbene Oracle possa non essere dell’umore giusto per parlare dei suoi piani futuri su Sparc e x64, il presidente di Fujitsu Masami Yamamoto vuole guardare avanti dopo aver preso le redini in aprile a seguito della fuoriuscita del suo predecessore Koniaki Nozoe, per sospette connessioni con la Yakuza, la mafia giapponese.
La conversazione di Yamamoto con il Wall Street Journal ha rivelato la risposta alle domande che molti aspettavano, dato l’enorme punto di domanda sulla roadmap Sparc di Sun Microsystems e successivamente di Oracle: cosa succederà dopo che i chip Sparc64-VII quad-core 3Ghz saranno completati per la serie di server Sparc Enterprise M?
In effetti più che di un grosso punto di domanda si trattava di una grossa sfera grigia marcata come “APL2” nelle roadmap di Sun risalenti a circa un anno fa. APL è l’abbreviazione di Advanced Product Line, che era il nome in codice che Sun e Fujitsu avevano scelto quando Sun aveva abbandonato i suoi chip millennium UltraSparc-V nel giugno 2004 e designato Fujitsu ad essere il suo fornitore di processori e sistemi per i box midrange e high-end SMP.
Sun è andata avanti con lo sviluppo delle sue serie multicore Sparc T midrange e entry, e ha spinto più aggressivamente sui server x64 basati su Opteron e Xeon di AMD e Intel, rispettivamente. Il piano era quello di avere le prime macchine APL sul campo a metà del 2006 o giù di lì, ma le macchine non uscirono prima di aprile 2007. Nè Sun nè Fujitsu hanno mai spiegato il perchè, ma il ritardo ha dato ai competitor Unix (principalmente IBM e HP) molto vantaggio. Lo stesso effetto ha avuto il ritardo e la successiva cancellazione del processore UltraSparc-RK “Rock“, che Sun ha silenziosamente ucciso l’estate scorsa.
L’accordo iniziale messo su carta tra Sun e Fujitsu nel giugno 2004 chiamava le due compagnie a lavorare insieme per due generazioni di sistemi basati sul dual-core Sparc64-VI e dopo sul quad-core Sparc64-VII. L’idea era di far navigare Sun fino all’uscita sul mercato dei chip “Rock” e dei server “Supernova”. Ma entrambi sono stati rimandati ancora e ancora e ancora. Il Rock non è mai uscito, per ragioni che Sun non ha mai spiegato, e la linea Fujitsu ha sostenuto i grandi shop Sun prima e Oracle dopo, ben oltre il termine atteso della partnership APL.
Sun e Fujitsu non sono mai state particolarmente chiare su quando e come abbiano esteso l’accordo APL originale. Comunque, John Fawler – che era general manager del gruppo Sistemi di Sun prima dell’acquisizione Oracle e adesso è il principale personaggio ex-Sun che si sia trasferito in Oracle, come vice presidente esecutivo dell’hardware engineering – ha dichiarato nel novembre 2008 che la partnership APL era stata estesa fino al 2012. Non ha elaborato ulteriormente, ma ciò che sembra essere accaduto è che Fujitsu abbia esteso la vita della piattaforma quad-core Sparc64, e quindi Oracle ha avuto più copertura per gli Sparc Enterprise M.
Qui entra Yamamoto, che non ha bisogno del permesso della dirigenza Oracle per poter parlare, e che ha detto al Wall Street Journal che Fujitsu stava negoziando un accordo per estendere la partnership APL. “Stiamo combinando la forza di Oracle nell’application software con l’hardware Fujitsu che usa processori Sparc,” ha spiegato. “La nostra relazione sarà mutuamente complementare e ci aiuterà a espanderci globalmente.”
Yamamoto ha aggiunto che si aspetta di avere un contratto finale pronto entro un mese, forse due.
Non ha spiegato la forma che questo accordo avrà, ma Fujitsu è stata lasciata a reggere la borsa dei processori nel progetto giapponese del supercomputer ibrido vettoriale-scalare Keisozu del valore di $1.2 miliardi, che avrebbe dovuto sposare la conoscenza vettoriale di NEC e Hitachi con la grinta scalare di Fujitsu per creare un superserver da 10 petaflop entro il 2012, per supportare la ricerca in Giappone.
NEC e Hitachi sono fuoriuscite dal Keisoku nel maggio 2009, ed è stata una buffa coincidenza il fatto che il giorno prima che ciò accadesse, Fujitsu annunciasse dettagli sul suo futuro processore a 8 core Sparc64-VIIIfx, che adesso sarà l’unico motore nella macchina Keisoku. Lo scorso novembre, il governo giapponese ha dovuto tagliare il budget annuale del progetto di $300 milioni per il 2010 a causa di problemi fiscali nel paese, ma a dicembre, a seguito di quella che presumiamo essere stata una abile lotta politica a favore di Fujitsu, il governo ha ripristinato il budget Keikosu, salvando quindi il processore Sparc64-VIIIfx dall’oblio.
Adesso, Oracle e i suoi clienti commerciali Sparc-Solaris (come anche quelli di Fujitsu), possono trarre beneficio dalla prospettiva futura offerta dal governo giapponese, così come gli shop Power-AIX di IBM beneficiano di tutto il denaro che i governi del mondo (principalmente negli Stati Uniti e in Europa) versano per Power box paralleli.
Il fatto è che Sun e Fujitsu hanno avuto bisogno l’una dell’altra fin dai tardi anni ’90, ed entrambe le compagnie sono state troppo orgogliose e testarde per ammetterlo. Se avessero fatto il giusto sviluppo congiunto su Sparc nel decennio passato, Sun potrebbe essere ancora adesso una compagnia autonoma. Ugualmente, Sun avrebbe potuto seguire la strada di ICL, Ross Technology e Amdahl e venire assorbita da Fujitsu. C’erano numerosi percorsi possibili per Sun.
Articolo originale su The Register UK