OpenSolaris potrebbe morire?

Così sembrerebbe dato che dalle ultime posizioni di Oracle, il concetto principe di OpenSource verrebbe a mancare.

A quanto pare Oracle ha deciso di dare la sua versione aziendale del s.o. Unix Oracle Solaris in una versione trial liberamente scaricabile a patto di acquistare successivamente una licenza di supporto. Ma non è questo il problema. Sembra che Oracle non sia più intenzionata a rilasciare il codice sorgente di alcune delle tecnologie presenti su Solaris eliminandole di fatto dalla versione mantenuta dalla comunità. Di fatto sembra che già da venerdì scorso non vi sia più alcun contributo di Oracle nella release Wonderland v0.5 Preview 3 che vedrà la luce a breve.

IBM POWER7 è fra noi

ibm-power-7_cAgli inizi di febbraio IBM ha annunciato l’uscita ufficiale del nuovo processore POWER7!

Ne avevamo parlato in precedenza come di una uscita imminente, e adesso sono ufficialmente disponibili sul mercato le nuove macchine basate su questo processore innovativo. C’e’ molta insistenza da parte dei responsabili sul fatto che non si tratta semplicemente dell’uscita di un nuovo chipset, ma piuttosto di una nuova famiglia di server IBM progettati per un mondo dove ormai tutto, dai jet di linea ai tostapane, è computerizzato e online sulla rete.

Rodney Adkin, senior VP per il gruppo Systems and Technology di IBM, ha dichiarato che “il computing sta diventando sempre più pervasivo, ed entro il prossimo anno ci sarà sul pianeta oltre un triliardo di oggetti connessi alla rete. Le istituzioni finanziarie, gli organismi di assistenza sanitaria, e le altre organizzazioni dovranno gestire e rendere fruibili le informazioni provenienti da questa ondata e avranno bisogno di nuovi tipi di prestazioni da parte dell’hardware per riuscirci.”

Per questo IBM ha rilasciato i sistemi Power 780, Power 770 e Power 775, orientati al mondo enterprise, e il Power 750 Express, rivolto ai clienti mid-market che non necessitano della potenza e capacità dei sistemi superiori.

Sono tutti basati sul processore Power 7, le cui specifiche estese potrebbero riempire una rubrica telefonica. Il succo comunque è che i chip Power 7 possono eseguire 32 task contemporanei grazie a una architettura a 8 core e quattro core virtuali, o threads, per core. Si tratta di quattro volte il numero di core massimo presente nei sistemi Power 6 e otto volte il numero di threads.

Il Power 7 inoltre offre la modalità TurboCore per ambienti ad uso transazionale intenso e database (ad esempio Wall Street). Il TurboCore sposta al volo le risorse dai core non attivi a quelli attivi per accrescere memoria, banda e velocità di clock. La tecnologia “Intelligent Threads” inoltre consente l’allocazione dinamica delle risorse in base al carico di lavoro, mentre la Memory Expansion usa una tecnologia di compressione per raddoppiare virtualmente la quantità di memoria fisica disponibile per un’applicazione.

Ross Mauri, general manager di IBM per i sistemi Power, riferendosi alla concorrenza, dichiara che l’hardware Sun sotto la gestione Oracle non sarà più competitivo di quanto lo era in precedenza, e che non esiste paragone rispetto al Power 7 quando si parla di far girare sistemi ERP e altro software di tipo business.

L’enfasi posta da IBM sulla propria capacità di offrire sistemi bundled non è una sorpresa, dato che i suoi rivali si sono spostati sulla stessa lunghezza d’onda.

HP ha rivelato il mese scorso un’alleanza con Microsoft sotto la quale le compagnie spenderanno $250 milioni nei prossimi tre anni per potenziare i sistemi HP Proliant e l’altro hardware per raggiungere le massime prestazioni con SQL Server, Hyper-V e altri prodotti da Redmond.

Oracle nel frattempo ha promesso che offrirà uno stack “end-to-end” di applicativi, database e hardware strettamente interconnessi, ora che la sua acquisizione di Sun per $7.4 miliardi è nei libri contabili.

Articolo originale su InformationWeel

Il futuro degli standard UNIX: Unix 10?

g041covNegli ultimi 40 anni, i sistemi operativi Unix hanno supportato le operazioni IT mission-critical in tutto il globo. Adesso, al suo ingresso nella mezza età, i suoi sostenitori stanno attivamente sviluppando le nuove specifiche che sperano porteranno l’OS avanti nella prossima età del computing.

Al comando dell’ecosistema Unix si trova l’Open Group, un consorzio neutrale di vendor e tecnologie che sovrintende all’utilizzo del nome Unix e al rispetto delle sue specifiche — in particolare la Single Unix Specification, un set di specifiche che costituisce un sistema Unix-compliant. Al momento, la Single Unix Specification è alla versione 3 (Unix 03), ma sono già in lavorazione nuove specifiche per espandere i successi conseguiti dalla Unix 03.

“Siamo molto compiaciuti del successo di Unix 03”, ha dichiarato ad InternetNews.com Andrew Josey, Direttore degli Standard all’Open Group. “Stiamo lavorando ad una evoluzione ed abbiamo praticamente già pronte le specifiche base. Stiamo mettendo a punto gli ulteriori dettagli”.

Ciò non significa reinventare la ruota. Josey ha dichiarato che piuttosto che aprire la porta a un cambiamento rivoluzionario in Unix, qualsiasi nuova specifica sarà invece di natura evolutiva — e in particolare, continuerà a supportare le piattaforme esistenti e le precedenti specifiche Unix.

Ciò è di rilevanza critica poichè la retrocompatibilità è stata a lungo una caratteristica importante di Unix. Secondo Josey, gli applicativi binari creati per la Unix specification del 1995 funzioneranno ancora sulle piattaforme attuali.

Tale affidabilità è diventata un punto chiave per le vendite di Unix, e per le aziende che offrono sistemi basati su questo OS. I sistemi operativi compatibili con la Unix 03 provengono da molteplici vendor tra cui HP, IBM, Sun e persino Apple, che è stata Unix-compliant dal 2007.

“I nostri vendor sono molto conservatori”, ha detto Josey.

Assicurare una misura di costante retrocompatibilità non è la sola area nella quale i sostenitori di Unix sperano di vederlo risplendere.

“Abbiamo in arrivo alcune nuove feature nelle glibc per rendere i set API più ricchi,” ha dichiarato Josey. “Stiamo ricercando un migliore supporto all’internazionalizzazione, al multi-threading, più robustezza, e stiamo lavorando a una migliore gestione dei thread.”

Nonostante le attuali test suite vengano già basate sulla prossima versione della Unix specification, ci sono ancora numerosi passi da compiere prima che le nuove specifiche siano formalmente approvate.

Josey ha spiegato che l’Open Group produce dapprima un set di standard di alto livello che profilano le nuove specifiche. Poi gli standard passano attraverso una commissione di valutazione per aiutare a formare il consenso. Infine, un processo di votazione formale da parte dei membri dell’Open Group approva la specification finale.

Unix 10?

Sebbene le nuove specifiche Unix saranno basate sugli standard Unix 03, non è ancora chiaro come verrà chiamato il nuovo standard.

“Potremmo anche non utilizzare per niente un numero di versione stavolta — stiamo dibattendo su come confezionarlo,” ha detto Josey. “se gli daremo un numero di versione, potremmo chiamarlo ‘Unix 10’, ma potremmo finire anche per non usare affatto questo nome.”

La sfida di Linux

Unix ha affrontato una varietà di sfide durante i 40 anni della sua esistenza, ma una delle più recenti — e persistenti — minacce alla sua posizione nel mercato è stato il sorgere di Linux.

Tuttavia, nonostante il boom di Linux attragga particolarmente all’interno dei datacenter, l’Open Group non vede Linux come un pericolo per Unix e i propri standard. Al contrario, la relazione è diventata molto complementare, ha dichiarato Josey.

“Ho sempre visto Linux come una cosa molto positiva, e abbiamo lavorato con la comunità. Ho visto Linux cambiare da qualcosa che era molto incompatibile con Unix all’essere molto più compatibile.”, dice Josey.

La linea di separazione tra i vendor Unix e i vendor Linux è inoltre divenuta molto confusa negli ultimi anni, con i maggiori vendor Unix compresi HP e IBM che adesso sono anche i maggiori supporter di Linux.

“I nostri membri sono coinvolti dal lato della fornitura sia di Unix che di Linux”, ha dichiarato Allen Brown, CEO dell’Open Group. “Non si tratta di affermare che uno sia meglio dell’altro. Hanno finalità diverse e funzioni diverse.”

Nonostante la crescita di Linux e la sempre minor distinzione tra i sistemi operativi Unix e le versioni di Linux, Brown è convinto che Unix rimarrà probabilmente una piattaforma importante negli anni a venire per numerose ragioni fondamentali.

“Quaranta anni fa, gente come noi creava applicazioni che noi ritenevamo non sarebbero durate molto e sarebbero state presto rimpiazzate,” ha detto Brown. “Ora esse sono parte di una eredità che non si può assolutamente rimuovere e con cui qualsiasi altra cosa deve integrarsi.”

Josey ha aggiunto che Unix è utilizzato in risorse dell’esercito USA come ad esempio velivoli che ci si attende rimangano in servizio per almeno 50 anni. Di conseguenza, egli si aspetta che Unix rimarrà vivo e vibrante.

“A differenza di altre piattaforme, Unix viene sempre più usato in situazioni mission-critical,” dichiara Brown. “Trattandosi di installazioni mission-critical, è molto difficile rimuoverle dalle infrastruttura una volta che vi si trovano all’interno”.

Articolo originale su ServerWatch

Rilasciato pfSense 1.2.3

pfsensepfSense è una distribuzione basata su FreeBSD e specificamente orientata ai Firewall. La versione 1.2.3 è una maintenance release della serie 1.2, e comprende un aggiornamento della base FreeBSD, alcuni miglioramenti minori, alcuni bugfix e aggiornamenti di sicurezza. Dopo l’uscita la settimana scorsa della fix sulla vulnerabilità nella rinegoziazione SSL/TLS di FreeBSD, è stato possibile finalizzare la release, la quale oltre all’aggiornamento a FreeBSD 7.2 comprende l’adozione di NanoBSD per la versione embedded, la fix al bug sul bridging delle interfacce dinamiche, miglioramenti al reload delle connessioni IPSec, la possibilità di cancellare lease DHCP, l’IPSec site-to-site dinamico, e altri piccoli aggiustamenti.

L’annuncio ufficiale della release è qui, mentre le coordinate per il download sono le seguenti: pfSense-1.2.3-RELEASE-LiveCD-Installer.iso.gz (55.2MB, MD5).

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