PC-BSD sviluppa un proprio desktop

Logo PC-BSDIl progetto PC-BSD sta sviluppando il proprio ambiente desktop da zero! Il piano finale è di far divenire Lumina un ambiente desktop full-featured e open source che possa alla fine sostituire KDE come proprio ambiente desktop.

Allo stato attuale Lumina è considerato in stato alpha preliminare ma è possibile trovarlo all’intero del repository ports/pacchetti di PC-BSD. Lumina mira ad essere leggero, stabile e veloce. La maggior parte del lavoro su Lumina viene svolto da Ken Moore del team PC-BSD.

Ryan Bram ha scritto nel forum ufficiale rispondendo ad alcune domande relative a questo nuovo desktop, confermando che sarà pienamente compliant con le specifiche FreeDesktop.org/XDG, e che le applicazioni chiave dell’ambiente saranno sviluppate in proprio in modo da adeguarsi ai casi d’uso più comuni (ad esempio un proprio file manager). Lumina è scritto utilizzando le librerie Qt.

 

The UNIX System: Making Computers Easier to Use

Questo breve film del 1982, emerso dagli archivi dei Bell Labs, ci mostra Dennis Ritchie e Ken Thompson che si rivolgono a studenti con interessi nei campi dell’ingegneria, della matematica, della computer science, per spiegare loro i diversi modi in cui UNIX poteva essere utilizzato praticamente.

Vengono affrontati anche argomenti relativi all’editing, alla correzione grammaticale automatica e alla sintesi vocale.

Mettetevi comodi e godetevi lo spettacolo! 🙂

OpenBSD in crisi

OpenBSDIl 2014 si apre con serie difficoltà per OpenBSD. E’ giunta la notizia, diffusa direttamente da [wiki]Theo de Raadt[/wiki], che la situazione economica della OpenBSD Foundation è molto grave, al punto da non riuscire più a fronteggiare le spese di sopravvivenza. I soli costi di energia elettrica per il mantenimento dei sistemi di sviluppo ammontano a circa 20.000 dollari canadesi all’anno.

E’ stata predisposta una pagina sul sito ufficiale per accogliere le donazioni da parte di chi ha a cuore il progetto, ma è chiaro che solamente grandi sponsor – preferibilmente canadesi – potranno farsi carico del grosso dei costi.

Speriamo tutti che OpenBSD possa superare questo momento di difficoltà, per continuare a proporci un sistema Unix dalla stabilità e sicurezza leggendarie.

AGGIORNAMENTO:

Ars Technica ha annunciato che la OpenBSD Foundation ha ricevuto una donazione di 20.000 dollari in [wiki]Bitcoin[/wiki], ed è quindi riuscita ad uscire dalla situazione di crisi. Inoltre sono giunte altre donazioni per un ammontare di oltre 100.000 dollari. Lo scopo del gruppo è quello di riuscire a raggiungere l’obiettivo dei 150.000$, che consentirebbero anche di finaziare varie iniziative collaterali, oltre al mero sviluppo del sistema.

Oracle fonde il “cloud OS” con OpenStack in Solaris 11.2

oraclesolarisI precedenti clienti Unix server continuano la loro marcia verso Linux e per molti di essi non c’è alcuno sguardo indietro, ma questo non ha fermato Oracle dal proseguire lo sviluppo di Solaris Unix – anche se lentamente.

A fine aprile, il gigante dei database ha indetto un evento a New York per annunciare Solaris 11.2, che è solamente la seconda minor release del precedente prodotto Sun dall’uscita di Solaris 11 nel novembre 2011.

Ma sebbene l’OS stia avendo solo un incremento di minor release, questo non significa che non siano incluse novità significative, secondo il Solaris product director Larry Wake. E’ solo che le novità non dovranno alterare alcun sistema esistente.

“In effetti, quello che il .2 significa è che abbiamo incorporato alcuni cambiamenti degni di nota in un modo che ci consente di non lasciare indietro niente e nessuno,” ha scritto Wake in un post sul blog. “Questo è sempre Oracle Solaris 11. La ragione per cui è una minor release è che non ci sono motivi di preoccupazione per gli utenti e gli sviluppatori “11” esistenti su come integrarlo nei propri ambienti.”

Al lancio nel 2011, Oracle definì Solaris 11 come “il primo cloud OS“, e prevedibilmente questo tema proseguirà con la nuova release. La maggior parte delle nuove features ha una tendenza al cloud, anche se l’OS Oracle, ormai tendenzialmente di nicchia, verrà molto probabilmente usato più in cloud privati che pubblici.

L’aspetto più significativo è che Solaris 11.2 adesso include una distribuzione completa di OpenStack. Oracle si è unita al treno di OpenStack nel dicembre 2013 e disse di aver intenzione di integrare il supporto per la tecnologia cloud open source attraverso prodotti multipli, inclusi Solaris e Oracle Linux.

Con il supporto OpenStack in Solaris, i clienti saranno adesso in grado di gestire le proprie VM Solaris dalla stessa dashboard OpenStack usata per le istanze ESX e KVM. E la release include anche il popolare software di IT automation Puppet, per aiutare ad accellerare i task di provisioning, configurazione, gestione del software e altre operazioni ripetitive.

Un’altra novità sono gli Unified Archives, una nuova forma di backup e archiviazione che consente agli admin di clonare l’intero ambiente per disaster recovery o provisioning rapido nel cloud. Per mostrare la nuova tecnologia, Oracle ha anche fornito un Unified Archive preconfezionato ad OpenStack, il quale rende possibile generare un singolo nodo Solaris Openstack “in una questione di minuti”.

Una nuova feature di software defined network (SDN) consente alle applicazioni di dare priorità al proprio traffico tramite flussi di rete che possono essere usati per specificare accordi di livello servizio (SLA) all’interno del data center.

Ci sono inoltre state numerose migliorie alla virtualizzazione, inclusa la possibilità di riconfigurare dinamicamente le Solaris Zones senza riavvio e il supporto per il rename automatico delle Zone. In aggiunta, nuove kernel Zones possono eseguire versioni diverse di kernel rispetto alla global zone e possono essere patchate senza richiedere reboot della global Zone.

Per un elenco dettagliato delle nuove features in Solaris 11.2, è possibile consultare le release note formali. E’ anche possibile scaricare l’OS e provarlo, ma al momento si tratta soltanto di una beta. Oracle ha detto di attendersi la disponibilità della release finale entro l’estate 2014.

Articolo originale su The Register

JabirOS: un fork FreeBSD “indipendente”

Logo FreeBSDJabirOS è un sistema operativo molto particolare, che è partito come distribuzione Linux basata su Ubuntu e si è trasformato in sistema basato su FreeBSD. Dopo questo cambiamento il passo successivo è stato quello di proclamarsi come non più una distribuzione FreeBSD, ma come un fork indipendente.

Con l’uscita di JabirOS 2.0, viene annunciato come “un fork completo e indipendente di FreeBSD 10-RELEASE.” L’intero codice di FreeBSD 10 è stato forkato, compilato e testato per l’esecuzione di tutti i pacchetti FreeBSD per un setup desktop normale e minimalista.

In generale, JabirOS appare essere una distribuzione con finalità non chiare, e sostenuta da energie comprese tra il limitato e il minimo. Si dichiara come fork di FreeBSD 10 ma probabilmente come base nelle future versioni (se esisteranno) salterà ad un’altra distribuzione o tornerà alla base FreeBSD.

JabirOS inoltre è testato come semplice sistema operativo base privo di X11, il quale è stato verificato solo per l’esecuzione delle applicazioni Xfce, LibreOffice e Firefox

Se in ogni caso si volesse approfondire in merito, è possibile consultare l’annuncio su JabirProject.org.

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