IBM compra Sun?

La notizia bomba di questi giorni ormai è risaputa: sembra che IBM stia trattando per l’acquisizione di Sun Microsystems, alla modica cifra di 6.5 milioni di dollari circa.

IBM non smentisce, e la cosa è riportata persino dal Wall Street Journal, per cui non la si può definire un semplice pettegolezzo.

Sembra che per IBM questo sia un periodo tutto sommato positivo, dovuto anche a una certa vicinanza e simpatia per il presidente USA Barack Obama, e a un bilancio con buone liquidità, che consentirebbe di far fronte all’operazione.

Ci sono già stati svariati pareri ed opinioni entusiastiche, dato che entrambe le aziende sono sostenitrici dell’Open Source e di Linux, e l’ingresso di Java nell’orbita di Big Blue lo promuoverebbe di fatto a linguaggio standard mondiale per una quantità di anni a venire.

Gli analisti sostengono che l’operazione aiuterebbe IBM a contrastare Cisco nel mercato dei server, ma onestamente a noi non risulta che Cisco produca server, piuttosto semplicemente apparati e infrastrutture di rete.

Inoltre la fusione significherebbe quasi sicuramente la morte di uno dei due Unix prodotti dalle due case madri, Solaris e AIX. Viste le evoluzioni degli ultimi mesi, e l’atavica discriminazione di cui AIX è sempre stato immeritata vittima nel mondo Unix, è pressochè certo che sarebbe Solaris a rimanere, e la cosa non può che rattristarci, dato che amiamo tutte le varianti Unix come delle figlie, e vorremmo vederle vivere tutte per sempre!

Staremo a vedere come si evolvono gli eventi…

SCO non si arrende

Sembra una storia senza fine. Dopo aver perso l’ennesimo processo, SCO ha predisposto un nuovo piano di riorganizzazione (il quarto) da presentare alla corte fallimentare. L’azienda ha proposto una vendita patrimoniale in modo da racimolare fondi per pagare i propri debiti ed avviare un nuovo piano di business.

Dato che il CEO Darl McBride è ancora irrazionalmente convinto che SCO abbia ragione nella propria idea secondo cui Linux include delle proprietà intellettuali illegalmente provenienti da UNIX, l’azienda ha intenzione di proseguire la propria lotta, e, nell’ultimo piano di riorganizzazione proposto, essa intende vendere la propria piattaforma OpenServer e la tecnologia Mobile Server al più alto offerente. Dopo la riorganizzazione, il campo di azione di SCO sarebbe quello del licensing, delle vendite di UNIX e dei progetti customizzati per i propri clienti in portafoglio. Il piano indica anche che SCO ridurrà le proprie spese operative del 20-30% nel 2009. Con i ricavati, oltre che pagare i debiti e ristrutturarsi per proseguire negli affari, l’azienda intenderebbe finanziare la propria battaglia legale contro IBM, RedHat e Novell.

Tuttavia tutti i precedenti tre piani presentati da SCO alla corte sono stati respinti, e il Dipartimento di Giustizia sta perdendo la pazienza nei confronti delle tattiche stagnanti di SCO. Inoltre nell’ultima sentenza del 2007, il giudice Kimball ha evidenziato che SCO ha operato costantemente in perdita, ed è riuscita a generare profitto soltanto dalla vendita di licenze SVRx, le uniche che la compagnia non aveva diritto di vendere non essendone proprietaria.

Articolo originale su Ars Technica

Novità hardware da Sun e da IBM

In queste settimane sia Sun Microsystems che IBM hanno annunciato dei nuovi modelli nelle loro rispettive linee di server enterprise.

Sun ha annunciato l’adozione di processori Xeon a 6 core nelle macchine Sun Fire X4450 e Sun Blade X6450, dotate in particolare del nuovo Xeon 7400.

IBM ha invece lanciato i sistemi Power 570 e Power 560, il primo in grado di supportare fino a 32 core, il secondo fino a 16.

Sono stati potenziati anche i modelli 550 e 520 (riservati all’utilizzo con sistema i6.1, il vecchio OS/400), aumentati rispettivamente a un massimo di 8 e 4 core. Oltre al maggior numero di core, sul 570 è stato anche reso disponibile il processore Power6 a 5Ghz, che prima era riservato al modello 595. Alcuni ritengono che questo sia segno della prossima uscita di un processore Power6 a 6Ghz.

IBM ha anche aggiornato le suite di software disponibili con le macchine, che ora comprendono una versione beta di PowerVM Active Memory Sharing, per migliorare la condivisione della memoria tra macchine virtuali, e l’Active Energy Manager, che estende l’IBM Systems Director dotandolo di funzioni in grado di ottimizzare le prestazioni per watt dei sistemi, rallentando la velocità dei processori oppure mettendoli in modalità "nap" quando non sono utilizzati.

Sun Fire X4450
IBM Power570

La fine della diatriba

Il giudice di distretto federale Dale A. Kimball ha depositato la sentenza finale del caso SCO. La decisione respinge le più recenti rivendicazioni di SCO, riconosce a Novell i diritti derivanti dal contratto, e ribadisce il precedente giudizio della corte secondo cui SCO deve a Novell più di $2,54 milioni (più gli interessi) per arricchimento indebito. Il prolungato pasticcio legale di SCO è durato per circa 5 anni. L’azienda originariamente rivendicava la proprietà del copyright di UNIX SVRx e l’incontrovertibile prova derivava dalla dimostrazione che il kernel open source di Linux era stato scritto utilizzando una quantità significativa di codice indebidamente prelevato da SVRx. In realtà, le indagini interne di SCO sui sorgenti del kernel Linux non riportavano alcuna prova della violazione del copyright; nel frattempo, Novell si è rivelata essere il legittimo proprietario dei copyright di SVRx. SCO ha fatto in modo di utilizzare le sue false affermazioni per incassare profitti dalla vendita di licenze ad aziende che erano apparentemente non interessate a contestare le sue richieste. Novell ha portato davanti alla corte le pretese di SCO ed alla fine ha trionfato, il che ha portato SCO sul bordo del precipizio e nella bancarotta. Il giudice Kimball ha determinato che SCO era vincolata da un contratto con Novell, che essa ha violato ottenendo risarcimenti preventivi confidenziali su SVRx in un accordo con Sun. Questa mossa eccedeva l’autorità riconosciuta a SCO sotto i termini dell’accordo del 1994 per l’acquisto degli asset che consentiva a SCO di vendere licenze SVRx limitate, a terze parti per conto di Novell. Kimball ha anche stabilito che SCO ha violato i suoi obblighi fiduciari omettendo di rimettere a Novell la porzione richiesta del guadagno sulle licenze. In aggiunta ai $2.547.817 che SCO fu inizialmente condannata a pagare a Novell nel precedente giudizio, SCO dovrà anche pagare altri $918.122 per interessi e $489 al giorno dal 29 agosto al 20 novembre. SCO si trova nel corso dei procedimenti per bancarotta e attualmente non ha le risorse per pagare l’intero importo. E’ stata determinata una somma di $625.000 a titolo di equo risarcimento in base alle risorse residue di SCO. Teoricamente SCO potrebbe ancora appellarsi, ma non appare probabile che il vendor UNIX morente possa affrontare un’ulteriore azione legale. Numerosi dei tentativi di SCO di riorganizzarsi sono falliti, e l’azienda privata che era in contrattazione per far risorgere SCO si è ritirata dall’accordo. Il management aziendale ha serissimi dubbi sul futuro della compagnia. Nonostante tutte le decisioni legali contrarie, il numero uno di SCO, Darl McBride, ha continuato ad esporre la sua convinzione che Linux sia stato creato rubando da UNIX. Nonostante la sua opinione, la lunga battaglia di SCO sta finalmente arrivando a una fine senza dignità.

PowerShell + Bash = Pash

Chi ha seguito le indiscrezioni sullo sviluppo di Windows Server 2008 (Longhorn) ricorderà che era prevista l’introduzione di una potente shell di comandi, inizialmente denominata Monad, che avrebbe portato nel mondo Windows le capacità tipiche delle shell Unix ed anche delle nuove funzioni, come ad esempio il piping di interi oggetti binari tra processi. In seguito ai problemi e ritardi di sviluppo tipici di casa Microsoft, fu deciso di scorporare Monad da Windows Server e portarlo avanti come progetto separato che avrebbe visto la luce in un momento futuro non precisato. PowerShell (il nuovo nome dato a Monad) è adesso giunto alla versione 1.0 ed è scaricabile dai siti Microsoft. Ma il motivo per cui ne parliamo è che adesso esiste un porting di PowerShell per gli ambienti Unix. Il suo nome è Pash e combina questo nuovo ambiente con quello tipico di bash, la shell più diffusa in ambito Linux. Pash è scritto in .NET FrameWork 2.0 ed è compilabile con Visual Studio 2008 per Windows, o con Mono per gli ambienti Unix. Lo scopo principale del progetto è di offrire un ambiente shell di comando unificato, che consenta in maniera più semplice il trasferimento di capacità e competenze da parte degli amministratori di sistema.

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