Mylax: Solaris LiveCD Distribution

Mylax screenshotMylax è una distribuzione LiveCD del tutto simile alla Damn Small Linux, ma basata sul kernel OpenSolaris.

E’ utilizzabile su CD, penne USB, memory cards, Zip drives, ecc. e ricalca in tutto e per tutto la DSL, sia per quanto riguarda le dimensioni (comprese tra i 60 e i 100Mb) sia per la scelta dei pacchetti inclusi.

Di particolare interesse è il fatto che il kernel incluso supporta tutte le features di punta più rinomate di Sun, come dtrace, ZFS e brandz.

Rilasciato FreeBSD 7

Il 27 febbraio 2008 è stato rilasciato FreeBSD 7.0-RELEASE.

Svariate sono le novità che lo differenziano dal precedente branch di sviluppo 6-RELEASE. Le più importanti sono:

  • Incremento delle prestazioni su sistemi SMP misurabili addirittura in termini del 350% in alcuni casi rispetto alla release 6.3, e del 15% rispetto al kernel linux 2.6.24.
  • Miglioramenti allo scheduler ULE, ancora opzionale ma candidato a diventare standard nella 7.1
  • Supporto sperimentale per il filesystem ZFS di Sun e per XFS
  • iSCSI Initiator
  • Miglior supporto al wireless (802.11)
  • Trunking e Link aggregation integrati da OpenBSD
  • Maggior supporto per gli apparati embedded basati su processore ARM
  • X.org 7.3, Gnome 2.20.2, KDE 3.5.8
  • GNU C Compiler 4.2.1
  • Bind 9.4.2

Nell’annuncio ufficiale è presente un elenco più dettagliato delle nuove caratteristiche ed anche tutti i link per maggiori riferimenti e per il download.

*BSD FAQ disponibili in PDF

Collegandosi in FTP al mirror a voi più vicino di OpenBSD, nei percorsi /pub/OpenBSD/doc/obsd-faq.pdf e /pub/OpenBSD/doc/obsd-faq.txt, è possibile trovare le FAQ di OpenBSD. La versione pdf è un documento di ben 227 pagine!

Invece il volume “FreeBSD Handbook” di ben 998 pagine, compresso in varie forme (inclusi pdf, PostScript e RTF) può essere trovato sotto /pub/FreeBSD/doc/handbook nel mirror più vicino.

E’ bello esser detti RTFM (“Read The F***ing Manual”, Leggi il f*****o manuale, ndt) quando il manuale in questione è valido come questi due. E si tratta di libri gratuiti. Raccomandiamo in modo particolare il nuovo libro su FreeBSD di Michael Lukas come valida aggiunta alla vostra collezione di riferimenti. Ci piacerebbe vedere un aggiornamento al suo libro su OpenBSD, che adesso non è più in stampa ma è ancora disponibile in formato PDF.

Dalla lettura della OpenBSD FAQ apprendiamo per esempio che OpenBSD ha una modalità interattiva per pkg_add, invocata con -i :

$ sudo pkg_add -i dillo

Quindi non è necessario conoscere il nome esatto del pacchetto dillo; usando -i verrà data una scelta singola o multipla (a seconda se esistano uno o più pacchetti con il nome in questione) senza dover conoscere tutte le lettere e i numeri extra alla fine del nome file.

E’ anche possibile usare mirror multipli, o un mirror e un CD-ROM nella variabile PKG_PATH.

In molti Linux, questo tipo di cose è ancora più nascosto agli utenti occasionali. Non è poi così difficile avere maggiore dimestichezza nell’impostare queste cose, e la comprensione che si acquisisce facendolo è di notevole valore.

Anche NetBSD ha una fantastica guida di 376 pagine in formato PDF, e riportiamo anche l’esistenza di un NetBSD live CD, che esiste fin dal 2006 ma di cui non si è mai sentito parlare molto.

Articolo originale su Insidesocal

NetBSD 4.0 : Intervista agli sviluppatori

E’ di questi giorni l’uscita di un interessante articolo/intervista da parte di Ars Technica a numerosi sviluppatori che si sono occupati di NetBSD 4.0.

L’articolo è piuttosto lungo e dettagliato e quindi preferiamo rinviarvi alla sua diretta lettura piuttosto che riportarlo qui. Ci limitiamo a segnalare che in esso vengono descritte alcune delle importanti scelte tecniche compiute in questa release di NetBSD, come ad esempio l’esclusione di Sendmail, il nuovo framework kauth, il passaggio da XFree86 a X.org per il momento rimandato, le novità in pkgsrc, l’inclusione di Xen, il nuovo supporto per iSCSI e Bluetooth e molto altro.

IBM Lx86 : Applicativi Linux su server Power

La funzione di IBM definita Lx86, che sarà inclusa nel software di virtualizzazione IBM PowerVM, consente agli applicativi Linux x86 di girare su server IBM pSeries basati su processore PowerPC senza modifiche.

“Questo semplificherà la server consolidation di sistemi Unix e Linux”, ha detto Scott Handy, vice presidente della sezione marketing e strategie per gli IBM pSeries. “Eseguire applicativi Linux nell’ambiente Unix può ridurre il costo della server consolidation ed i consumi di energia, e incrementare lo sfruttamento dell’asset”.

Il sistema identificherà automaticamente ed eseguirà i binari Linux disegnati per ambienti x86.

“Lx86 è un modo per dire ‘qualunque cosa tu abbia, può essere eseguita'”, ha detto Scott Handy.

Lx86 sarà uno strumento utile a coloro che intendono migrare da sistemi Linux ad altri sistemi IBM. La compagnia offre sui suoi server sia Linux che Unix.

La funzione sarà inclusa in tutte le edizioni della piattaforma IBM PowerVM, che è stata anche rinominata dal precedente “Advanced Power Virtualization”.

Il software adesso include una edizione Express indirizzata a piccole e medie azienda. Esso consente di creare fino a tre partizioni su un server e controlla l’uso dei cicli di processore per ottenere prestazioni ottimali.

Articolo originale su Xinhuanet

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