Novità per HP-UX
HP ha lanciato HP-UX 11iv3 per Itanium e PA-RISC a gennaio ed ha iniziato le consegne a febbraio di quest’anno. Ha inoltre l’intenzione di rilasciare una nuova versione di HP-UX ogni tre anni circa e fare aggiornamenti di ogni versione ogni sei mesi circa. Questo significa che è giunto il momento di un aggiornamento.
Infatti in questi giorni è stato rilasciato internamente ad HP l’Update 1, chiamato “Vitality”. Sarà seguito dall’Update 2, chiamato “Vibrancy”, a circa sei mesi da adesso.
Ciò che l’Update 1 non contiene, e questo è importante per i clienti che hanno portato le loro applicazioni sul nuovo sistema operativo, sono i cambiamenti al kernel di HP-UX. La maggior parte dei cambiamenti sono nel Virtual Server Environment (VSE), che è l’hypervisor di virtualizzazione casalingo di HP, e ai relativi strumenti di gestione. Le virtual partitions (vPars) e hardware partitions (nPars) che HP ha creato per HP-UX su PA-RISC negli ultimi anni sono state portate su Itanium, e con il lancio di HP-UX 11i v3, la compagnia ha promesso di supportare altri sistemi operativi all’interno di questi ambienti di virtualizzazione. Quando HP-UX 11i v3 è stato rilasciato a febbraio, solo HP-UX poteva girare all’interno di VSE sulle piattaforme 11i v3, ma con l’Update 1 Windows 2003 Server, Linux (RedHat e Novell), e OpenVMS sono tutti supportati nelle VSE partitions.
Con l’Update 1 HP rende inoltre le nPars configurabili al volo tramite una nuova feature chiamata dynamic nPars. Le Virtual partitions erano già dinamiche, consentendo l’allocazione e deallocazione di CPU, memoria, e capacità di I/O al volo mentre sono in esecuzione. Le nPars fino ad adesso avevano risorse fisse che richiedevano un reboot del sistema per essere cambiate. Con l’Update 1 le nPars sono malleabili in termini di CPU, memoria e I/O allocato ad esse. Le nPars offrono pieno isolamento elettronico, che è qualcosa che i clienti interessati alla sicurezza apprezzano, ma vogliono anche la flessibilità delle vPars. Non è chiaro se le dynamic nPars supportino solo HP-UX 11i v3 Update 1 o se anche Windows, Linux e OpenVMS possano girare all’interno di queste partizioni.
E’ incluso anche il supporto per l’hot-swapping dei processori e della memoria senza dover riavviare il sistema. I driver di I/O per HP-UX possono essere aggiunti, sostituiti, o cancellati senza spegnere i server. I tool di compilazione sono stati modificati per lavorare col nuovo sistema operativo e con i processori dual-core Itanium 9000 “Montecito” per sfruttare i processori dual-core e l’architettura che li circonda. L’indirizzamento massimo dello storage su dischi per HP-UX è stato portato a 100 milioni di zettabytes, e il sistema operativo adesso sente automaticamente l’aggiunta di nuovi storage arrays e può assorbirli nello storage pool per l’allocazione mentre il sistema sta girando. HP-UX 11i v3 Update 1 è stato anche certificato per girare sul server blade BL860x Integrity basato su Itanium. HP-UX è stato inserito anche nel software di management blade nello chassis BladeSystem, così da poter essere gestito esattamente allo stesso modo di Windows e Linux.
Sembra che al momento HP non abbia intenzione di portare HP-UX su piattaforma x64, giustificandolo col fatto che per un competitor come Sun, pur offrendo gratis Solaris sui suoi server x64, le maggiori vendite consistono in sistemi Linux.