Progetto Odyssey: HP unifica i server

HP ha presentato il Progetto Odyssey, una nuova strategia per i server mission-critical che mira alla integrazione dei server blade x86 all’interno dei propri server Integrity Superdome 2 basati su Itanium, con l’introduzione di nuovi chassis blade scalabili c-Class e il porting di features di HP-UX verso Linux e Windows.

Questa strategia darà ai clienti di server Integrity basati su Itanium e HP-UX una strada per migrare gradualmente i propri carichi di lavoro mission critical verso Linux o Windows senza danneggiare gli investimenti esistenti nell’archittettura Integrity.

Il progetto Odyssey poggia le basi per la graduale unificazione delle architetture Unix e x86 nei prossimi due anni, ha dichiarato Kate O’Neill, product marketing manager della divisione Sistemi Business Critical di HP.

“Vogliamo assicurarci che Windows e Linux abbiano le stesse capacità mission-critical di HP-UX”, ha detto la O’Neill, “vogliamo dare ai clienti flessibilità nella loro scelta mission-critical.”

Questa la reference ufficiale dell’annuncio di HP.

SPARC – Il futuro che non c’era e non c’è

sparc-rockDall’articolo di un blogger con 16 anni di esperienza nel mondo Solaris/SPARC, e che ha partecipato all’Oracle OpenWorld appena tenutosi, apprendiamo purtroppo senza molto stupore che non sembrano esserci roadmap incoraggianti per il futuro dell’architettura SPARC dopo l’acquisizione di Sun da parte di Oracle.

L’architettura T3, che era in sviluppo fin da prima dell’acquisizione, con il suo core Niagara, è basata essenzialmente su UltraSPARC IIi, ed è indietro di almeno una generazione rispetto alle soluzioni correnti. Tanto per fare un paragone, gli attuali processori per PC Desktop sono costruiti su processo di miniaturizzazione a 32nm, mentre il T3 è costruito a 40nm.

Il processo di sviluppo della serie T è di circa 24 mesi, ed il T3 è stato completato all’incirca a luglio 2010, dopo essere stato avviato nel 2008 prima dell’acquisizione di Sun. Il passaggio da T2 a T3 non ha portato significativi passi avanti dal punto di vista architetturale – a conti fatti si è trattato essenzialmente di “infilare due T2 sullo stesso die”, con piccole migliorie incrementali.

Per non parlare del mitico processore “Rock”, che già alla fine del 2008 aveva visto tagliare tutte le feature speciali dal proprio programma di sviluppo, e ciò che ne rimaneva aveva consumi non competitivi. 17KW di consumo stimati per il sistema in versione high end, con blade 10U, 8 socket, 64 thread, clock a 2Ghz e 1TB di ram. Il tutto con prestazioni che non arrivavano nemmeno ad essere risibili.

Dall’Oracle OpenWorld non è emersa nessuna roadmap SPARC che non fosse una iperbole riferita sempre al T3. Dal 2008 non c’e’ stata più nessuna roadmap SPARC legittima, coerente o per lo meno credibile, e l’unica cosa vista da qualcuno è stata la roadmap a 5 anni di Fujitsu sullo SPARC64, che si esaurisce nel 2011.

Anche per Fujitsu non si prospetta un grande futuro, considerato che la disponibilità di un sistema operativo per il suo hardware dipende interamente da un accordo solido con Oracle per il licensing Solaris. Senza accordo l’hardware Fujitsu non ha alcun sistema operativo, e dato che adesso anche HP e Dell hanno licenze OEM per Solaris, i clienti hanno più di una ragione per dubitare sul futuro dell’hardware Fujitsu.

In un webcast tenuto da Oracle in Agosto si è vista una slide che mostrava uno “SPARC 1-64 socket” dopo il 2012 fino al 2016, ma definire il tutto come “vago” è persino riduttivo. Non c’erano specifiche e non si capisce da dove questi processori dovrebbero arrivare. Questo perchè già diverso tempo fa Sun aveva disperso tutte le esperienze ingegneristiche che avevano reso l’UltraSPARC una forza con cui competere. In pratica allo stato attuale non c’e’ più in Oracle/Sun un team di ingegneri che sia in grado di progettare processori competitivi.

Ad Oracle non piace SPARC, e ha chiarito abbondantemente che non c’e’ spazio per SPARC in azienda. Tuttavia abbandonare l’architettura significa perdere i clienti governativi e del mondo della finanza ad un tasso persino più rapido di quanto li stava perdendo Sun prima della fusione. L’unico motivo per cui il trend è andato in pareggio è il fatto che tutti quelli che potevano tirare il grilletto l’hanno già fatto, e ora rimangono solo le migrazioni difficili e i clienti ad alta resistenza al cambiamento. Ma Oracle non vuole mantenere questi clienti su SPARC, piuttosto vuole portarle su Exadata + Exalogic, e farà pressione perchè ciò avvenga. Da notare che Oracle pone talmente poco affidamento su SPARC da aver basato i suoi stessi sistemi Exadata/Exalogic su processori Intel Xeon.

Quindi l’unica conclusione logica è che SPARC è morto e non ha futuro. Fujitsu non ne ha voluto parlare, ed a buon conto. Non sembrano esserci piani futuri oltre allo SPARC64 VIIIfx, e con la crescente spinta verso l’efficienza, le sue necessità di raffreddamento ad acqua nel suo stato di design attuale significano che i clienti enterprise non lo vorranno. E’ stato lasciato indietro con un rapporto potenza:prestazioni risalente all’era degli anni ’90, che appare peggiore ad ogni giorno che passa, e a cui ancora mancano feature basilari come il throttling e lo spegnimento dei processori idle/inutilizzati, che sono considerate standard imprescindibili persino su sistemi a 32 socket.

E’ stata una bella corsa finchè è durata. Addio SPARC 🙁

IBM POWER7 è fra noi

ibm-power-7_cAgli inizi di febbraio IBM ha annunciato l’uscita ufficiale del nuovo processore POWER7!

Ne avevamo parlato in precedenza come di una uscita imminente, e adesso sono ufficialmente disponibili sul mercato le nuove macchine basate su questo processore innovativo. C’e’ molta insistenza da parte dei responsabili sul fatto che non si tratta semplicemente dell’uscita di un nuovo chipset, ma piuttosto di una nuova famiglia di server IBM progettati per un mondo dove ormai tutto, dai jet di linea ai tostapane, è computerizzato e online sulla rete.

Rodney Adkin, senior VP per il gruppo Systems and Technology di IBM, ha dichiarato che “il computing sta diventando sempre più pervasivo, ed entro il prossimo anno ci sarà sul pianeta oltre un triliardo di oggetti connessi alla rete. Le istituzioni finanziarie, gli organismi di assistenza sanitaria, e le altre organizzazioni dovranno gestire e rendere fruibili le informazioni provenienti da questa ondata e avranno bisogno di nuovi tipi di prestazioni da parte dell’hardware per riuscirci.”

Per questo IBM ha rilasciato i sistemi Power 780, Power 770 e Power 775, orientati al mondo enterprise, e il Power 750 Express, rivolto ai clienti mid-market che non necessitano della potenza e capacità dei sistemi superiori.

Sono tutti basati sul processore Power 7, le cui specifiche estese potrebbero riempire una rubrica telefonica. Il succo comunque è che i chip Power 7 possono eseguire 32 task contemporanei grazie a una architettura a 8 core e quattro core virtuali, o threads, per core. Si tratta di quattro volte il numero di core massimo presente nei sistemi Power 6 e otto volte il numero di threads.

Il Power 7 inoltre offre la modalità TurboCore per ambienti ad uso transazionale intenso e database (ad esempio Wall Street). Il TurboCore sposta al volo le risorse dai core non attivi a quelli attivi per accrescere memoria, banda e velocità di clock. La tecnologia “Intelligent Threads” inoltre consente l’allocazione dinamica delle risorse in base al carico di lavoro, mentre la Memory Expansion usa una tecnologia di compressione per raddoppiare virtualmente la quantità di memoria fisica disponibile per un’applicazione.

Ross Mauri, general manager di IBM per i sistemi Power, riferendosi alla concorrenza, dichiara che l’hardware Sun sotto la gestione Oracle non sarà più competitivo di quanto lo era in precedenza, e che non esiste paragone rispetto al Power 7 quando si parla di far girare sistemi ERP e altro software di tipo business.

L’enfasi posta da IBM sulla propria capacità di offrire sistemi bundled non è una sorpresa, dato che i suoi rivali si sono spostati sulla stessa lunghezza d’onda.

HP ha rivelato il mese scorso un’alleanza con Microsoft sotto la quale le compagnie spenderanno $250 milioni nei prossimi tre anni per potenziare i sistemi HP Proliant e l’altro hardware per raggiungere le massime prestazioni con SQL Server, Hyper-V e altri prodotti da Redmond.

Oracle nel frattempo ha promesso che offrirà uno stack “end-to-end” di applicativi, database e hardware strettamente interconnessi, ora che la sua acquisizione di Sun per $7.4 miliardi è nei libri contabili.

Articolo originale su InformationWeel

Lama SPARC per Blade IBM

La Themis Computer, un’azienda americana specializzata nella fornitura di sistemi su singola scheda per applicazioni industriali, ha lanciato sul mercato il Blade Server T2BC.

Il T2BC è una lama uniprocessore in grado di eseguire nativamente Solaris 10, su un processore UltraSPARC T2 Multi-Threading. Esso funziona come un server Sun T2 indipendente. Il blade può essere gestito tramite gli strumenti Sun Integrated Lights Out Management (ILOM), e può condividere lo stesso chassis con server blade che utilizzano altre architetture hardware e sistemi operativi. Gli 8 core del processore T2 supportano 8 thread per ciascuno, per un totale di 64 thread a socket ed una efficienza prossima alle 60 istruzioni parallele per clock.

Caratteristiche

  • Server UltraSPARC T2 progettato per l’uso nell’intera famiglia di chassis IBM Blade Center
  • Processore UltraSPARC T2 a 1.2 Ghz
  • Numero di Processori: 1 per server
  • Memoria: Fino a 32 GBytes (memoria DDR II Fully Buffered)
  • Dischi: Fino a 500 GBytes
  • Supporto per Fibre Channel e InfiniBand disponibile su daughterboard opzionale
  • Esegue applicativi Solaris 10 esistenti senza modifiche, e applicativi Solaris 8/9 usando il Migration Assistant di Sun
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