Novità su NetBSD 7

NetBSDRecentemente è stato completato il porting di NetBSD su di un’altra architettura della famiglia ARM: il Tegra Jetson TK1 di NVIDIA.

La board di sviluppo Tegra K1 ARM SoC Cortex-A15 è adesso ad un discreto stadio di avanzamento, con il supporto HDMI audio/video e con altri fix di stabilità. Il codice NetBSD -current la supporta tramite il kernel personalizzato “JETSONK1”.

jetsonk1

Se siete fan di NetBSD e possedete questa scheda potete trovare maggiori informazioni sul blog NetBSD.

Va segnalato inoltre il rilascio di NetBSD 7.0-RC2. Contiene aggiornamenti a pacchetti chiavi quali Bind e OpenSSL, fix per i memory leak nel codice DRM2, un crash fix per il driver DRM/KMS i915, e una varietà di altre fix sul kernel e altre parti dello stack.

Già dalla release 7.0-RC1 NetBSD supporta le grafiche Intel e Radeon tramite il porting del driver DRM/KMS di Linux, il multi-processor su ARM, e una quantità di nuove board ARM. Inoltre il supporto GPT in SysVinit, il Lua kernel scripting, GCC 4.8.4 come compilatore di default, e varie altre migliorie.

Ulteriori dettagli sono disponibili sul blog. Non è stata indicata una data esatta di rilascio per NetBSD 7.0 final, ma è più che probabile che non manchi molto.

SPARC e Solaris vivranno fino al 2019

Oracle ha pubblicato senza clamore una roadmap relativa alle sue piattaforme SPARC e Solaris.

Non vengono offerti molti dettagli, ma è presente una sola slide, disponibile come PDF o come immagine ingrandita.

Solaris-SPARC roadmap 2019

Solaris-SPARC roadmap 2019

Cosa si deduce dalla slide? Gli ottimisti saranno contenti del fatto che Oracle sembra avere tre generazioni di silicio in mente e sembra intenzionata a portare avanti SPARC fino al 2019 e oltre. I pessimisti potranno immaginare se i “core enhancements” previsti intorno al 2019 rappresentino un preoccupante vago annuncio di intenti o direzione. Gli enhancement previsti per il 2017 e il 2018 riguardo ai thread e al throughput sembrano anch’essi incrementali in confronto a quelli più consistenti previsti per il 2015 e il 2016, cosa che potrebbe far preoccupare chi ha necessità di far scalare i propri sistemi SPARC.

Il ciclo di rilasci di Solaris non sarà eclatante: le versioni 10 e 11 del sistema operativo sono uscite nel 2005 e nel 2011 rispettivamente, quindi una release di Solaris 12 nel 2016 rappresenta un cambiamento piccolo o nullo nel suo ciclo di sviluppo.

Articolo originale su The Register

Fujitsu e Oracle: una luce per SPARC

Contrariamente a quanto previsto poche settimane fa, sembra aprirsi uno spiraglio nel futuro dell’architettura SPARC, grazie alla notizia del rinnovo del contratto tra Oracle, la nuova detentrice di SPARC a seguito dell’acquisizione di Sun, e Fujitsu, storico sviluppatore e distributore di server basati su Sparc.

Sebbene Oracle possa non essere dell’umore giusto per parlare dei suoi piani futuri su Sparc e x64, il presidente di Fujitsu Masami Yamamoto vuole guardare avanti dopo aver preso le redini in aprile a seguito della fuoriuscita del suo predecessore Koniaki Nozoe, per sospette connessioni con la Yakuza, la mafia giapponese.

La conversazione di Yamamoto con il Wall Street Journal ha rivelato la risposta alle domande che molti aspettavano, dato l’enorme punto di domanda sulla roadmap Sparc di Sun Microsystems e successivamente di Oracle: cosa succederà dopo che i chip Sparc64-VII quad-core 3Ghz saranno completati per la serie di server Sparc Enterprise M?

In effetti più che di un grosso punto di domanda si trattava di una grossa sfera grigia marcata come “APL2” nelle roadmap di Sun risalenti a circa un anno fa. APL è l’abbreviazione di Advanced Product Line, che era il nome in codice che Sun e Fujitsu avevano scelto quando Sun aveva abbandonato i suoi chip millennium UltraSparc-V nel giugno 2004 e designato Fujitsu ad essere il suo fornitore di processori e sistemi per i box midrange e high-end SMP.

Sun è andata avanti con lo sviluppo delle sue serie multicore Sparc T midrange e entry, e ha spinto più aggressivamente sui server x64 basati su Opteron e Xeon di AMD e Intel, rispettivamente. Il piano era quello di avere le prime macchine APL sul campo a metà del 2006 o giù di lì, ma le macchine non uscirono prima di aprile 2007. Nè Sun nè Fujitsu hanno mai spiegato il perchè, ma il ritardo ha dato ai competitor Unix (principalmente IBM e HP) molto vantaggio. Lo stesso effetto ha avuto il ritardo e la successiva cancellazione del processore UltraSparc-RK “Rock“, che Sun ha silenziosamente ucciso l’estate scorsa.

L’accordo iniziale messo su carta tra Sun e Fujitsu nel giugno 2004 chiamava le due compagnie a lavorare insieme per due generazioni di sistemi basati sul dual-core Sparc64-VI e dopo sul quad-core Sparc64-VII. L’idea era di far navigare Sun fino all’uscita sul mercato dei chip “Rock” e dei server “Supernova”. Ma entrambi sono stati rimandati ancora e ancora e ancora. Il Rock non è mai uscito, per ragioni che Sun non ha mai spiegato, e la linea Fujitsu ha sostenuto i grandi shop Sun prima e Oracle dopo, ben oltre il termine atteso della partnership APL.

Sun e Fujitsu non sono mai state particolarmente chiare su quando e come abbiano esteso l’accordo APL originale. Comunque, John Fawler – che era general manager del gruppo Sistemi di Sun prima dell’acquisizione Oracle e adesso è il principale personaggio ex-Sun che si sia trasferito in Oracle, come vice presidente esecutivo dell’hardware engineering – ha dichiarato nel novembre 2008 che la partnership APL era stata estesa fino al 2012. Non ha elaborato ulteriormente, ma ciò che sembra essere accaduto è che Fujitsu abbia esteso la vita della piattaforma quad-core Sparc64, e quindi Oracle ha avuto più copertura per gli Sparc Enterprise M.

Qui entra Yamamoto, che non ha bisogno del permesso della dirigenza Oracle per poter parlare, e che ha detto al Wall Street Journal che Fujitsu stava negoziando un accordo per estendere la partnership APL. “Stiamo combinando la forza di Oracle nell’application software con l’hardware Fujitsu che usa processori Sparc,” ha spiegato. “La nostra relazione sarà mutuamente complementare e ci aiuterà a espanderci globalmente.”

Yamamoto ha aggiunto che si aspetta di avere un contratto finale pronto entro un mese, forse due.

Non ha spiegato la forma che questo accordo avrà, ma Fujitsu è stata lasciata a reggere la borsa dei processori nel progetto giapponese del supercomputer ibrido vettoriale-scalare Keisozu del valore di $1.2 miliardi, che avrebbe dovuto sposare la conoscenza vettoriale di NEC e Hitachi con la grinta scalare di Fujitsu per creare un superserver da 10 petaflop entro il 2012, per supportare la ricerca in Giappone.

NEC e Hitachi sono fuoriuscite dal Keisoku nel maggio 2009, ed è stata una buffa coincidenza il fatto che il giorno prima che ciò accadesse, Fujitsu annunciasse dettagli sul suo futuro processore a 8 core Sparc64-VIIIfx, che adesso sarà l’unico motore nella macchina Keisoku. Lo scorso novembre, il governo giapponese ha dovuto tagliare il budget annuale del progetto di $300 milioni per il 2010 a causa di problemi fiscali nel paese, ma a dicembre, a seguito di quella che presumiamo essere stata una abile lotta politica a favore di Fujitsu, il governo ha ripristinato il budget Keikosu, salvando quindi il processore Sparc64-VIIIfx dall’oblio.

Adesso, Oracle e i suoi clienti commerciali Sparc-Solaris (come anche quelli di Fujitsu), possono trarre beneficio dalla prospettiva futura offerta dal governo giapponese, così come gli shop Power-AIX di IBM beneficiano di tutto il denaro che i governi del mondo (principalmente negli Stati Uniti e in Europa) versano per Power box paralleli.

Il fatto è che Sun e Fujitsu hanno avuto bisogno l’una dell’altra fin dai tardi anni ’90, ed entrambe le compagnie sono state troppo orgogliose e testarde per ammetterlo. Se avessero fatto il giusto sviluppo congiunto su Sparc nel decennio passato, Sun potrebbe essere ancora adesso una compagnia autonoma. Ugualmente, Sun avrebbe potuto seguire la strada di ICL, Ross Technology e Amdahl e venire assorbita da Fujitsu. C’erano numerosi percorsi possibili per Sun.

Articolo originale su The Register UK

HP fa causa a Oracle?

La tensione tra i due ex-partner della Silicon Valley è cresciuta mercoledì quando HP ha inviato una lettera a Oracle minacciando un’azione legale se non invertirà la propria posizione riguardo la fine dello sviluppo software su hardware Itanium.

HP non ha reso pubblica la lettera, dicendo che essa contiene informazioni confidenziali, ma ha annunciato che intende far sì che Oracle tenga fede ai propri impegno verso HP e i suoi clienti. HP ha dichiarato che la decisione di Oracle “viola impegni legalmente vincolanti che Oracle ha preso con HP e i più di 140.000 clienti in comune tra i due”, secondo il portavoce di HP Bill Wohl.

Alla domanda se la lettera contenga una scadenza per la risposta di Oracle, un portavoce HP ha dichiarato che non la contiene. Lo scopo era quello di informare Oracle del fatto che HP ha diritti legali che si aspetta vengano onorati. Ad Oracle verrà data la possibilità di rispondere, è stato detto.

La mossa di Oracle in data 22 marzo è stato un colpo per entrambi i segmenti HP-UX e VMS della base clienti HP. Il suo maggior user group, Connect, ha emesso una dichiarazione in aprile pregando Oracle di non eliminare Itanium dalla sua lista di piattaforme target aggiunte al suo sviluppo di futuri prodotti database e applicativi. HP produce i server Integrity con il chip Itanium, e negli anni 90 ha co-sviluppato le iterazioni successive del chip insieme a Intel. Intel ha assunto l’intero sviluppo di Itanium nel 2004.

“Una grossa componente della nostra comunità è composta da utenti che utilizzano HP-UX e OpenVMS su server Integrity. Essi sono ovviamente disturbati dalla decisione di Oracle di fermare lo sviluppo di applicativi per processori Intel Itanium”, ha detto in una dichiarazione del 13 aprile Nina Bulk, CMO di Connect.

La parte maggiormente dannosa della mossa di Oracle può esser stata l’affermazione che si sia basata su conversazioni dietro le quinte con ingegneri Intel. “Il management Intel ha chiarito che il proprio focus strategico è sui processori x86 e che Itanium si sta avvicinando alla fine della propria vita”, ha dichiarato Oracle.

La dichiarazione ha causato una pronta risposta da HP, evidenziando che Oracle è adesso un concorrente della piattaforma Itanium con il proprio chip Sparc, che è stato acquisito quando è stato concluso l’accordo per acquistare Sun Microsystems per $7.4 milioni all’inizio del 2010.

Una chiara risposta è arrivata anche da Intel. Il CEO Paul Otellini ha rapidamente emesso una dichiarazione che Intel continua ad avere una ambiziosa roadmap per Itanium che include un chip di nuova generazione, “Poulson“, con una nuova microarchitettura che manterrebbe Itanium competitivo sul mercato per diversi anni.

HP ha riassunto gli eventi nella sua lettera come “in tentativo illecito di forzare i clienti a spostarsi da HP Itanium alle piattaforme di Oracle”. Come risultato, HP “ha fatto formale richiesta legale ad Oracle di cambiare la propria decisione” nella lettera dell’8 giugno. “HP ritiene che Oracle sia obbligata a continuare a offrire i propri prodotti software sulla piattaforma Itanium e prenderemo qualsiasi azione legale disponibile per proteggere gli interessi dei nostri clienti.”

Wohl ha riaffermato l’affidamento di HP alla propria “roadmap di lungo termine sui server mission-critical, incluso il processore Intel Itanium”. Intel ha allo stesso modo “rafforzato” il proprio affidamento.

Oracle ha nominato il precedente CEO HP Mark Hurd come proprio co-presidente dopo le sue dimissioni da HP a seguito di accuse di cattiva condotta nella composizione dei conti di spesa e violazioni delle politiche commerciali della compagnia. Egli stava presumibilmente coprendo una relazione con un contractor HP, ha detto la board HP per spiegare la propria decisione. Il CEO Oracle Larry Ellison ha criticato il modo in cui la board of directors di HP ha condotto le proprie investigazioni e ha assundo Hurd poco dopo.

Articolo originale su InformationWeek

Sparc SuperCluster T4-4 by Oracle

Oracle ha presentato il nuovo Sparc SuperCluster T4-4. Si tratta di un sistema general-purpose che unisce i server SPARC T4-4, gli storage server Exadata, il cloud Exalogic Elastic, le appliance ZFS Storage, l’Infiniband I/O fabric e il sistema operativo Solaris in un’unica soluzione infrastrutturale disegnata per eseguire una vasta gamma di applicazioni con alti livelli di affidabilità e prestazioni.

Il T4-4 è il primo arrivato della famiglia SPARC SuperCluster ed è basato sui nuovi sistemi T4. Si tratta di una piattaforma verticalizzata “dall’applicazione al disco”, composta da hardware e software ingegnerizzati per lavorare insieme. Oracle considera il SuperCluster come una piattaforma ideale per il consolidamento, conglobando i molteplici livelli di architettura di un data center in un unico sistema, con le diverse applicazioni in dialogo con un unico database.

Lo Sparc SuperCluster T4-4 supporta sia la versione 10 che la versione 11 di Solaris, e anche tutti gli attuali applicativi Solaris. Grazie alla compatibilità binaria, tutti gli applicativi che sono correntemente certificati per girare su Solaris gireranno sullo SPARC SuperCluster senza modifiche. Ovviamente il SuperCluster può eseguire applicativi Oracle, non-Oracle e customizzati.

Articolo originale su Campus Technology

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