HP-UX al suo aggiornamento biennale

Hewlett Packard sta per rilasciare l’Update 5 di HP-UX, per le linee di server Itanium e PA-RISC Integrity e HP 9000, seguendo il proprio pattern di aggiornamenti ogni due anni del proprio sistema operativo di bandiera.

Come nel caso dei precedenti aggiornamenti, si tratta di cambiamenti importanti per il parco utenti esistente, ma che non attireranno con tutta probabilità  un’orda di nuovi acquirenti, così come non accade per gli aggiornamenti di IBM ad AIX o quelli di Sun Microsystems a Solaris.

Secondo Brian Cox, direttore della pianificazione software e marketing per la Critical Systems division di HP, HP-UX 11i v3 Update 5 include un sostanzioso quantitativo di aggiustamenti fatti dagli ingegneri HP e dalla Symantec, partner per quanto riguarda il journaled file system Veritas, il quale ora può offrire prestazioni più vicine a quelle native dei disk array in una configurazione non-journaled.

Con l’Update 4, il Veritas journaled file system girava a qualcosa tra il 30% e il 50% delle prestazioni di un file system vanilla. Ma con l’Update 5, HP sostiene di aver spinto le prestazioni fino al 99% (Il Veritas file system è integrato nello stack di add-on Virtual Server Environment per HP-UX).

L’Update 5 inoltre ha incorporato lo strumento di sicurezza open source Bastille all’interno del sistema operativo HP-UX. Fin dal 2002 HP lo offriva come add-on, utilizzando la versione Linux e adattandola al proprio sistema. Le più recenti versioni di Bastille gli consentono di rafforzare in maniera automatica un sistema operativo, bloccando porte e altri tipi di accessi non autorizzati.

Cox dichiara che la cosa importante è che attraverso l’incorporamento di Bastille in HP-UX, il sistema operativo adesso rispetta gli standard di sicurezza fissati dal Center for Internet Security, una organizzazione non profit che ha sviluppato test di sicurezza e strumenti per verificare quanto una piattaforma sia sicura contro gli attacchi.

HP ha anche migliorato il suo Software Assistant for HP-UX. Con l’Update 3, questo strumento era in grado di consentire a un amministratore di applicare le patch di sicurezza fino a 10 macchine contemporaneamente, a patto che fossero tutti sistem HP-UX 11i della stessa versione e livello di update, anche se i moduli software attivati e l’hardware sottostante erano diversi. Con l’Update 5, il Software Assistant può informare gli amministratori di sistema delle patch necessarie, schedulare ed eseguire gli aggiornamenti su fino a 100 macchine allo stesso tempo.

HP-UX ha adesso anche un bilanciamento di memoria migliorato su macchine NUMA-clustered, come i grandi Superdomes. Le precedenti update implementavano una feature chiamata Locally Optimized Resource Alignment (allineamento risorse ottimizzato localmente), la quale in pratica assicura che i dati necessari ad una system board si trovino allocati vicino ai processori che stanno eseguendo le istruzioni su quei dati.

LORA agisce quindi in maniera simile a una deframmentazione come quella che è stata disponibile sui dischi per decadi. Su un grosso Superdome, il quale ha 128 core e terabyte di memoria sulle sue varie system board, saltellare da una board all’altra per spostare i dati nella memoria principale può ridurre il throughput in maniera sostanziale. Cox dichiara che le recenti modifice agli algoritmi di defrag della memoria di LORA possono aggiungere il 15% di prestazioni al box.

Il Serviceguard clustering add-on per HP-UX, disponibile tramite il pacchetto Virtual Server Environment, offre clustering ad alta affidabilità , e anche esso riceve delle migliorie dalla Update 5. In passato, se si voleva applicare patch a Serviceguard, bisognava disattivare il cluster durante le fasi di ricerca e applicazione delle patch. Adesso, è possibile localizzare e aggiungere le patch al cluster e successivamente effettuare solo un breve riavvio di un lato del cluster per applicare le patch.

Serviceguard ha anche un nuovo strumento di topologia cluster, che è una interfaccia utente grafica che consente agli amministratori di spostare applicazioni e risorse tramite puntatore del mouse e clic invece di dover digitare comandi su una CLI. Nonostante gli amministratori amino le loro interfacce a linea di comando, quando si tratta di cluster, può succedere di commettere errori di digitazione, con gravi danni per un cluster. Tramite lo strumento grafico, si può effettuare un drag and drop delle risorse per dire allo strumento ciò che si intende fare, ed esso digita i comandi senza errori. (Ovviamente è sempre possibile dire allo strumento di fare qualcosa di stupido!)

I clienti con contratti di maintenance su HP-UX o Serviceguard possono ottenere l’Update 5 gratuitamente.

Come notizia secondaria, è stato recentemente evidenziato che HP ha silenziosamente terminato il proprio software di clustering Serviceguard for Linux (SGLX). E’ notevole quanto rumore un vendor possa fare quando espande un proprio prodotto da una piattaforma ad un’altra, e quanto sommessamente agisca invece quando decide di smettere di venderlo. La cosa è venuta alla luce solo per tramite di una email inviata da un rivenditore HP-UX e Linux che chiedeva cosa stava succedendo in merito al prodotto.

Apparentemente la morte di SGLX non era una notizia esagerata, e in effetti HP lo ha terminato in primavera, come si evince da questa nota sul sito HP. In data 27 aprile 2009, per essere precisi.

Secondo Cox, anche se i clienti preferiscono di gran lunga Serviceguard clustering sui loro sistemi chiave HP-UX, ci sono decine di migliaia di clienti che lo usano, e Serviceguard per HP-UX ha una percentuale di penetrazione molto più alta degli add-on di clustering che IBM vende per AIX (HACMP) o di quelli che Sun vende per Solaris. Invece c’erano poche centinaia di utenti che utilizzavano la versione Linux per fare clustering in alta affidabilità sui loro box Integrity. E anche su queste macchine, HP ha scoperto, i clienti tendono a preferire il clustering integrato che viene con le distribuzioni Linux di Red Hat e Novell.

“E’ dura competere con il gratuito”, osserva seccamente Cox.

I clienti hanno fino al 31 ottobre, la fine dell’anno fiscale 2009 di HP, per comprare licenze di Serviceguard for Linux A.11.19, la versione finale che è stata annunciata in precedenza per Red Hat Enterprise Linux 5 e SuSE Linux Enterprise Server 10 e 11. Le release A.11.18 e A.11.19 avranno tre anni di supporto proattivo e due anni aggiuntivi di supporto proattivo limitato con accesso alla knowledgebase.

Articolo originale su The Register

Rilasciato FreeBSD 8.0

Logo FreeBSDIeri è stato rilasciato ufficialmente FreeBSD 8.0!

Dopo il consueto percorso di release candidate, la versione finale è arrivata e porta con se molte novità: innanzitutto il supporto allo Xen DomU, essenziale per la virtualizzazione, così come la virtualizzazione del network stack. Inoltre è presente la protezione dallo stack-smashing, ed è stato riscritto il layer TTY. Anche lo stack USB è stato rinnovato, e ZFS è stato aggiornato alla versione 13. Ci sono aggiornamenti al multicast, in particolare il supporto a IGMPv3. E’ stato introdotto vimage, un nuovo container di virtualizzazione, ed è stata aggiunta la compatibilità binaria con Linux Fedora 10, per poter eseguire software Linux come ad esempio il plugin Flash v10.

E’ stato introdotto il Trusted BSD MAC (Mandatory Access Control), e il supporto NFS è stato portato alla versione 4. Inoltre l’inclusione di estensioni al device mmap() migliorate consentono l’implementazione di un drive Nvidia 64-bit per la piattaforma x86_64.

Riguardo ai pacchetti software, GNOME è stato aggiornato alla 2.26.3, KDE alla 4.3.1 e Firefox alla 3.5.5.

Una analisi approfondita delle nuove features di FreeBSD 8 è presente qui, ed include una serie di screenshots, e le istruzioni per l’aggiornamento.

Queste le coordinate di Download (torrents): 8.0-RELEASE-i386-dvd1.iso.gz (1,784MB, SHA256, torrent), 8.0-RELEASE-amd64-dvd1.iso.gz (1,848MB, SHA256, torrent)

Solaris unisce HP e Sun

Ricordate questa notizia? Non se ne è più parlato, ma sembra che qualcosa continui a muoversi nei sotterranei di HP e Sun. Infatti in questi giorni esce la notizia che le due grandi aziende hanno raggiunto un accordo per la distribuzione di Solaris 10 su piattaforma Proliant e blade server dell’HP. Inoltre è previsto un piano di collaborazione per integrare Solaris e il software Insight della HP, in uno sforzo che dovrebbe portare al raggiungimento di maggiore sicurezza ed usabilità.

Questo accordo fa seguito a quelli già stipulati da Sun con Dell e IBM, e fa sì che Solaris sia adesso disponibile su una vasta scelta di piattaforme, per una considerevole porzione di mercato. Secondo Gartner, Dell, HP, IBM e Sun rappresentano i tre quarti del totale dei server venduti nell’ultima parte del 2008, ed HP è quella che ha consegnato il maggior numero di unità.

Nexenta 2.0beta2

E’ disponibile la seconda beta del progetto Nexenta, distribuzione basata sull’unione di un repository Ubuntu con il kernel OpenSolaris.

Questa seconda beta comprende ovviamente molti bugfix rispetto alla prima, e si basa sulla build 104+ di OpenSolaris comprensivo delle patch più importanti. Il numero dei pacchetti compresi nel repository, che è basato su quello di Ubuntu 8.04 LTS ‘Hardy Heron’, è salito a 13000. E’ stata anche realizzata l’integrazione di servizi quali Apache, MySQL, PostgreSQL ed Exim nella struttura SMF di Solaris.

Come di consueto, ecco le coordinate per il download: nexenta-core-platform_2.0-b104-beta2_x86.iso.zip (440MB).

SCO & GulfCap

rip_scoLa cronaca mi costringe a parlare ancora di SCO e della sua noiosissima, inutile e infondata battaglia contro IBM, Novell, RedHat e Linux in generale.

Alla vigilia della seduta del tribunale che avrebbe quasi sicuramente decretato il fallimento definitivo dell’azienda, Darl McBride è riuscito a stringere un accordo in extremis con la GulfCap, un’azienda di Londra che rileverà  tutti gli asset UNIX di SCO in cambio della liquidità  necessaria al pagamento dei suoi debiti.

Le prospettive future però purtroppo non cambiano, in quanto SCO ha ancora intenzione di continuare la sua battaglia legale, anche se ormai è stato sentenziato esplicitamente dal giudice distrettuale Dale A. Kimball che è Novell a detenere i diritti su UNIX.

Non si sa per quanto ancora saremo costretti a parlare di questa vicenda.

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