OpenSolaris 2008.05 da un nuovo volto a Solaris

Agli inizi di febbraio la Sun Microsystems ha rilasciato una seconda anteprima del Progetto Indiana.  Per chi non lo sapesse, Progetto Indiana è il nome in codice del progetto guidato da Ian Murdock (il fondatore di Debian ora assunto da Sun per occuparsi di OpenSolaris) che mira a spingere OpenSolaris su un maggior numero di desktop e notebook risolvendo i cronici problemi di usabilità di Solaris. La Preview 2 era lontana dall’impressionare e non possedeva nessun serio vantaggio che potesse interessare un normale utente rispetto a un desktop GNU/Linux. Ma con la release di OpenSolaris 2008.05 “Project Indiana” prevista per maggio, la Sun ha rilasciato oggi una copia di test finale di questo sistema operativo. L’esperienza iniziale con questa nuova release è ampiamente migliore di quella avuta meno di tra mesi fa quando abbiamo dato un’occhiata al Progetto Indiana.

Ai tempi della Preview 2 si era detto che OpenSolaris sembrava un GNOME desktop di base simile a quello trovato in molte distribuzioni Linux, certo con molto impegno da parte degli engineer Sun a rendere Solaris un sistema più adatto al desktop, ma c’era ancora molto da fare per raggiungere questo obiettivo e non si vedeva il carisma e null’altro che avrebbe potuto rendere attraente l’utilizzo di questo sistema per un semplice utente desktop. Certo, D-Trace, ZFS e le altre tecnologie Solaris sono grandiose per un tecnico, ma a un utente normale non importa: il Progetto Indiana non include ancora nemmeno un Word Processor.

Queste affermazioni adesso sono parzialmente obsolete.

Sun propone ad HP la fusione

Il CEO di Sun Microsystems Scott McNealy ha pubblicato una lettera aperta alla HP proponendo la fusione delle rispettive piattaforme Unix.

Nel passato, i top manager di Sun sono stati molto critici riguardo al futuro di HP-UX. Il presidente di Sun Johnatan Schwartz ha fatto ripetutamente riferimento al “declino” e al suo problematico affidamento al chip Itanium di Intel.

Adesso sembra che abbiano una nuova idea. “Proponiamo un’alternativa,” scrive McNealy nella lettera. “Che Sun e HP si impegnino a far convergere HP-UX con lo UNIX portabandiera di Sun, Solaris 10.”

Il problema di HP, secondo Schwartz, è che hanno lasciato i loro clienti ad un bivio sulla strada dove le scelte sono o continuare a usare HP-UX sui sistemi high-end, ma ri-architettando tutto per l’Itanium, o passare a sistemi a basso costo basati su x86, dove non è più possibile usare HP-UX.

“Combinando le nostre risorse ed investimenti, i clienti HP e le comunità di sviluppatori guadagnerebbero il beneficio del sistema operativo in più rapida crescita sul mercato: risparmi accresciuti, innovazione rapida, e una ricca roadmap futura altrimento non disponibile per la vostra base utenti Proliant (dato che HP-UX non gira sui Proliant),” scrive McNealy. “Siamo convinti che una piattaforma convergente HP-UX/Solaris 10 potrebbe giocare un ruolo molto più forte nel portafoglio di prodotti HP. Crediamo che esista un beneficio per HP, per i nostri rispettivi clienti, sviluppatori e partner. Speriamo che HP lavorerà con noi ed in seguito abbraccerà Solaris 10.”

Solaris già gira sui server HP Proliant. E sebbene Schwartz affermi di aver notato un barlume di interesse da parte di HP, lo scopo delle lettere aperte è che esse sono un annuncio pubblico fatto come se fosse privato. Sun vuole far innamorare dell’idea i clienti HP e fargli mettere pressione ad HP stessa.

HP deve ancora rispondere, ma almeno un possibile ostacolo è costituito dal fatto che Solaris è open-source mentre HP-UX non lo è.

Ad ogni modo, la disputa con SCO ancora in corso fornisce degli indizi sul fatto che questo punto potrebbe venire facilmente aggirato. SCO ha riconosciuto che entrambe le compagnie non hanno proprietà intellettuali Unix ottenute in modo inappropriato, anche se Sun ha reso Solaris open-source. Forse SCO sarebbe ugualmente gentile nei confronti di HP se dovesse fare la stessa cosa.

Articolo originale su PC Pro

BeleniX 0.7

BeleniX è una distribuzione OpenSolaris in forma di LiveCD. In questi giorni è uscita la versione 0.7, le cui novità principali sono:

  • Caiman Installer che installa la distribuzione su un root filesystem ZFS
  • Pacchettizzazione dell’intera distribuzione in pacchetti standard SVR4
  • Inclusione di kernel e librerie a 64 bit. Il kernel del LiveCD è ancora a 32 bit, ma se si installa su harddisk in sistemi a 64 bit viene usato il kernel 64 bit
  • KDE 3.5.8 adeguatamente integrato e dotato di temi. E’ incluso il servizio K Display Manager SMF che si avvia di default da hard disk. Gli utenti abituati a DTlogin apprezzeranno la possibilità di avviare la Console Login, come non avviene in GDM.
  • KSH93 come shell di default
  • Inclusi pacchetti da diversi altri progetti OpenSolaris: Fully Open X, SFWNV, JDS, NWS, Docs (man pages),

Nasce Nexenta

Nexenta è un nuovo progetto che unisce il kernel di OpenSolaris alla userland di Ubuntu. Proprio oggi ne è uscita la versione 2.0 beta. Il branch di Ubuntu a cui fa riferimento è Hardy. Il raggiungimento della relativa stabilità dei pacchetti software ha permesso l’ingresso nella fase beta del progetto, e gli sviluppatori sperano di poter rilasciare una versione stabile agli inizi del prossimo anno. Nell’annuncio ufficiale si legge che il kernel OpenSolaris utilizzato è la build 104+ comprensiva delle patch critiche, i pacchetti presenti nel repository sono più di 6000, vi è il supporto SMF per le applicazioni server, e l’ambiente è Debian 100%. Inoltre è presente l’utility apt-clone, che unisce la potenza dello ZFS alle funzionalità di apt-get.

Nuovi server SPARC da Sun/Fujitsu

Sun e Fujitsu hanno annunciato due nuovi server enterprise basati su processori UltraSparc T2, che promettono di offrire prestazioni fino a tre volte superiori a quelle dei modelli RISC concorrenti impiegando metà dello spazio.

I due nuovi modelli, battezzati T5140 e T5240, vanno a completare la gamma Sparc Enterprise. I processori dispongono di due Cpu (dual socket) che possono integrare ciascuna fino a 8 core di calcolo. Ogni core, poi, è in grado di gestire fino a 8 thread simultanei, per un totale di 128 thread contemporanei, ovvero il doppio dei precedenti modelli T5120 e T5220. I server T5140 e T5240 sono disponibili in formati 1U e 2U. Il primo integra fino a quattro dischi Sas da 2,5 pollici, mentre il secondo ne può contenere fino a sedici. Relativamente alla RAM, il 5240 può essere equipaggiato con il doppio della memoria supportata dal 5140 (128Gb invece di 64Gb). I prezzi vanno dai $15.000 ai $63.000, escluso il supporto per l’installazione. Sun ha annunciato anche nuove proposte riguardanti servizi di virtualizzazione per le applicazioni Solaris 8 e Solaris 9 che consentono di trasferire le applicazioni sui nuovi sistemi CMT (Chip Multithreading Technology) equipaggiati con l’ambiente operativo Solaris 10. Con questi nuovi prodotti è possibile gestire Solaris 8 e 9 Containers per Solaris 10, più ambienti Solaris 8 o Solaris 9, o una combinazione dei due tipi su un unico sistema SPARC.

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