SCO & GulfCap

rip_scoLa cronaca mi costringe a parlare ancora di SCO e della sua noiosissima, inutile e infondata battaglia contro IBM, Novell, RedHat e Linux in generale.

Alla vigilia della seduta del tribunale che avrebbe quasi sicuramente decretato il fallimento definitivo dell’azienda, Darl McBride è riuscito a stringere un accordo in extremis con la GulfCap, un’azienda di Londra che rileverà  tutti gli asset UNIX di SCO in cambio della liquidità  necessaria al pagamento dei suoi debiti.

Le prospettive future però purtroppo non cambiano, in quanto SCO ha ancora intenzione di continuare la sua battaglia legale, anche se ormai è stato sentenziato esplicitamente dal giudice distrettuale Dale A. Kimball che è Novell a detenere i diritti su UNIX.

Non si sa per quanto ancora saremo costretti a parlare di questa vicenda.

SCO: forse arriva la fine …

5 maggio 2009, ecco il momento che tanti stavano aspettando: l’ufficio dell’U.S Trustee, attraverso il proprio consigliere Joseph J. McMahon Jr., ha presentato una mozione nel procedimento di bancarotta di SCO per convertirlo da “Chapter 11” a “Chapter 7”. Facendo un parallelismo con la legge fallimentare italiana, significa che è stato richiesto di passare dall’amministrazione controllata alla liquidazione coatta.

All’interno della richiesta presentata è possibile leggere una frase che recita: “Inoltre, non solo non c’è nessuna ragionevole possibilità di riabilitazione in questi casi, i debitori hanno provato – fallendo – a liquidare il proprio business come chapter 11”.

Quindi cosa rimane? La dismissione, o più logicamente, la liquidazione. SCO è stata sotto chapter 11 per un tempo sufficiente, ed ha tentato tre volte di predisporre un piano di “riabilitazione”, senza ottenerne niente. Nel frattempo, ha riportato un cash flow negativo di oltre 3.5 milioni di dollari nel proprio rapporto del Marzo 2009. 3,5 milioni da quando la bancarotta è stata avviata, nel Settembre 2007, e che rappresentano una motivazione per passare al Chapter 7, argomenta l’ufficio del Trustee, imputabile a “perdita sostanziale o continuativa o a diminuzione del patrimonio  con l’assenza di una ragionevole speranza di riabilitazione”. Sono 3,5 milioni che avrebbero potuto essere pagati a Novell.

Non ci aspettavamo che SCO potesse riabilitarsi. Oh. Definizione differente. L’ufficio del Trustee intende “rimettersi in buone condizioni; ristabilirsi su solide basi”. Noi intendiamo ammettere di avere torto, voltare pagina e non peccare più.

E’ possibile che SCO venga in aula con un accordo già stipulato, supponiamo, con tutte le carte pronte e in ordine, come contromossa. Con SCO non si può mai dire mai. Ma vorremmo vedere i reali compratori in carne ed ossa, se fossimo il giudice, con le loro mani destre sul cuore e le sinistre che porgono il portafogli al giudice, per così dire.

aggiornamento: per il rotto della cuffia, SCO dice che proverà ancora, secondo quanto riportato dal Salt Lake Tribune:

La tempistica della mozione presentata ha colto SCO di sorpresa. Il CEO Darl McBride si trovava a Denver per l’udienza della corte d’appello del decimo distretto.

“Stiamo rivedendo la mozione che è stata presentata nel Delaware oggi con il nostro consigliere e daremo una risposta dettagliata alla corte”, ha detto McBride in una e-mail. “Prevediamo di opporci alla mozione e presentare alla corte la nostra ipotesi d’azione”.

Non siamo sorpresi. Per inciso, andare in Chapter 7 non concluderebbe necessariamente la lite. In effetti, non può farlo di suo.  Dipenderebbe dal trustee designato determinare cosa fare, e l’interesse del trustee non divergerà da quello dell’esecutivo di SCO, immaginiamo. Per prima cosa vorrà pagare i creditori. Come ad esempio, Novell. E il trustee non ha il potere di bloccare le controdenuncie di IBM. Poi c’è Red Hat. Non è detto che abbiano l’intenzione di lasciar cadere le loro denuncie, dato che lo scopo è determinare che non ci sono pretese legittime su Linux.

Articolo originale su Groklaw

SCO non si arrende

Sembra una storia senza fine. Dopo aver perso l’ennesimo processo, SCO ha predisposto un nuovo piano di riorganizzazione (il quarto) da presentare alla corte fallimentare. L’azienda ha proposto una vendita patrimoniale in modo da racimolare fondi per pagare i propri debiti ed avviare un nuovo piano di business.

Dato che il CEO Darl McBride è ancora irrazionalmente convinto che SCO abbia ragione nella propria idea secondo cui Linux include delle proprietà intellettuali illegalmente provenienti da UNIX, l’azienda ha intenzione di proseguire la propria lotta, e, nell’ultimo piano di riorganizzazione proposto, essa intende vendere la propria piattaforma OpenServer e la tecnologia Mobile Server al più alto offerente. Dopo la riorganizzazione, il campo di azione di SCO sarebbe quello del licensing, delle vendite di UNIX e dei progetti customizzati per i propri clienti in portafoglio. Il piano indica anche che SCO ridurrà le proprie spese operative del 20-30% nel 2009. Con i ricavati, oltre che pagare i debiti e ristrutturarsi per proseguire negli affari, l’azienda intenderebbe finanziare la propria battaglia legale contro IBM, RedHat e Novell.

Tuttavia tutti i precedenti tre piani presentati da SCO alla corte sono stati respinti, e il Dipartimento di Giustizia sta perdendo la pazienza nei confronti delle tattiche stagnanti di SCO. Inoltre nell’ultima sentenza del 2007, il giudice Kimball ha evidenziato che SCO ha operato costantemente in perdita, ed è riuscita a generare profitto soltanto dalla vendita di licenze SVRx, le uniche che la compagnia non aveva diritto di vendere non essendone proprietaria.

Articolo originale su Ars Technica

SCO condannata

Sco nel cestinoAl processo di Salt Lake City, il giudice federale ha deciso che SCO deve pagare 2,5 milioni di dollari a Novell, per aver abusivamente venduto licenze Unix a Sun Microsystems.

Infatti è stato appurato che Novell detiene i diritti su Unix, e non SCO. In realtà questa sentenza ridimensiona quella precedente, in cui SCO era stata condannata a una multa di 19,5 milioni di dollari, per il suo accordo con Microsoft.

Ad ogni modo sembra siano intenzionati a ricorrere nuovamente in appello.

Aggiornamento su SCO

Giusto per tenervi aggiornati riguardo alla vicenda “SCO contro tutti”, riportiamo un articolo di TuxJournal sulle recenti dichiarazioni del CEO di SCO, Darl McBride, che continua a fare dichiarazioni ad effetto nonostante SCO sia stata condannata ed abbia perso su tutta la linea. Egli dichiara che “Linux è una copia di Unix“.

Bella scoperta, aggiungiamo noi! E’ un sistema operativo Unix-like, essere copia di Unix è il suo stesso motivo di esistere. Ciò che importa è che questa copiatura sia avvenuta rispettando le regole e le proprietà intellettuali, cosa che i giudici hanno riconosciuto ufficialmente.

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