SPARC – Il futuro che non c’era e non c’è

sparc-rockDall’articolo di un blogger con 16 anni di esperienza nel mondo Solaris/SPARC, e che ha partecipato all’Oracle OpenWorld appena tenutosi, apprendiamo purtroppo senza molto stupore che non sembrano esserci roadmap incoraggianti per il futuro dell’architettura SPARC dopo l’acquisizione di Sun da parte di Oracle.

L’architettura T3, che era in sviluppo fin da prima dell’acquisizione, con il suo core Niagara, è basata essenzialmente su UltraSPARC IIi, ed è indietro di almeno una generazione rispetto alle soluzioni correnti. Tanto per fare un paragone, gli attuali processori per PC Desktop sono costruiti su processo di miniaturizzazione a 32nm, mentre il T3 è costruito a 40nm.

Il processo di sviluppo della serie T è di circa 24 mesi, ed il T3 è stato completato all’incirca a luglio 2010, dopo essere stato avviato nel 2008 prima dell’acquisizione di Sun. Il passaggio da T2 a T3 non ha portato significativi passi avanti dal punto di vista architetturale – a conti fatti si è trattato essenzialmente di “infilare due T2 sullo stesso die”, con piccole migliorie incrementali.

Per non parlare del mitico processore “Rock”, che già alla fine del 2008 aveva visto tagliare tutte le feature speciali dal proprio programma di sviluppo, e ciò che ne rimaneva aveva consumi non competitivi. 17KW di consumo stimati per il sistema in versione high end, con blade 10U, 8 socket, 64 thread, clock a 2Ghz e 1TB di ram. Il tutto con prestazioni che non arrivavano nemmeno ad essere risibili.

Dall’Oracle OpenWorld non è emersa nessuna roadmap SPARC che non fosse una iperbole riferita sempre al T3. Dal 2008 non c’e’ stata più nessuna roadmap SPARC legittima, coerente o per lo meno credibile, e l’unica cosa vista da qualcuno è stata la roadmap a 5 anni di Fujitsu sullo SPARC64, che si esaurisce nel 2011.

Anche per Fujitsu non si prospetta un grande futuro, considerato che la disponibilità di un sistema operativo per il suo hardware dipende interamente da un accordo solido con Oracle per il licensing Solaris. Senza accordo l’hardware Fujitsu non ha alcun sistema operativo, e dato che adesso anche HP e Dell hanno licenze OEM per Solaris, i clienti hanno più di una ragione per dubitare sul futuro dell’hardware Fujitsu.

In un webcast tenuto da Oracle in Agosto si è vista una slide che mostrava uno “SPARC 1-64 socket” dopo il 2012 fino al 2016, ma definire il tutto come “vago” è persino riduttivo. Non c’erano specifiche e non si capisce da dove questi processori dovrebbero arrivare. Questo perchè già diverso tempo fa Sun aveva disperso tutte le esperienze ingegneristiche che avevano reso l’UltraSPARC una forza con cui competere. In pratica allo stato attuale non c’e’ più in Oracle/Sun un team di ingegneri che sia in grado di progettare processori competitivi.

Ad Oracle non piace SPARC, e ha chiarito abbondantemente che non c’e’ spazio per SPARC in azienda. Tuttavia abbandonare l’architettura significa perdere i clienti governativi e del mondo della finanza ad un tasso persino più rapido di quanto li stava perdendo Sun prima della fusione. L’unico motivo per cui il trend è andato in pareggio è il fatto che tutti quelli che potevano tirare il grilletto l’hanno già fatto, e ora rimangono solo le migrazioni difficili e i clienti ad alta resistenza al cambiamento. Ma Oracle non vuole mantenere questi clienti su SPARC, piuttosto vuole portarle su Exadata + Exalogic, e farà pressione perchè ciò avvenga. Da notare che Oracle pone talmente poco affidamento su SPARC da aver basato i suoi stessi sistemi Exadata/Exalogic su processori Intel Xeon.

Quindi l’unica conclusione logica è che SPARC è morto e non ha futuro. Fujitsu non ne ha voluto parlare, ed a buon conto. Non sembrano esserci piani futuri oltre allo SPARC64 VIIIfx, e con la crescente spinta verso l’efficienza, le sue necessità di raffreddamento ad acqua nel suo stato di design attuale significano che i clienti enterprise non lo vorranno. E’ stato lasciato indietro con un rapporto potenza:prestazioni risalente all’era degli anni ’90, che appare peggiore ad ogni giorno che passa, e a cui ancora mancano feature basilari come il throttling e lo spegnimento dei processori idle/inutilizzati, che sono considerate standard imprescindibili persino su sistemi a 32 socket.

E’ stata una bella corsa finchè è durata. Addio SPARC 🙁

Caso chiuso! UNIX è di Novell!

rip_scoLa richiesta di Novell di un giudizio dichiaratorio è stata accolta dal giudice Ted Steward.

Le mozioni di SCO per violazione dell’accordo implicito di correttezza sono respinte. Anche la mozione per il giudizio di diritto o per un nuovo processo è respinta. SCO ha la possibilità di agire, a sua sola discrezione, contro IBM, Sequent e gli altri licenziatari SVRX.

CASO CHIUSO!!

La porta è stata sbattuta in faccia alla macchina d’accusa di SCO. Il giudice scrive nel memorandum di decisione e ordine nei confronti di SCO: “In conclusione, mentre i testimoni di SCO hanno provato che i copyright erano ‘necessari’ affinchè SCO potesse portare avanti il proprio programma SCOsource, ciò non era quello che SCO ha mai acquistato da Novell.”. Il giudice ha compreso a pieno, e ha rilevato che Darl McBride ha ammesso che SCO non aveva bisogno dei copyright.

Il resto dell’articolo si trova a questo url. Possiamo finalmente mettere la parola fine a una vicenda durata anni, e che all’inizio è stata vista come una spada di Damocle sulla testa di Linux, mentre in realtà non ha praticamente avuto conseguenze di sorta.

Possiamo tutti tirare un sospiro di sollievo!

Partecipare agli standard UNIX

g041covL’Open Group ha diffuso su Twitter l’invito a partecipare allo sviluppo degli standard POSIX e Single UNIX Specification, diffondendo il link dell’Austin Common Standards Group.

Si tratta di un gruppo di lavoro tecnico congiunto, creato per occuparsi del mantenimento delle interfacce al core dei sistemi open, ossia gli standard POSIX 1003.1 (e il precedente 1003.2), l’ISO/IEC 9945 parti da 1 a 4, e il core della Single UNIX Specification Version 3.

L’approccio allo sviluppo delle specifiche è del tipo “scrivere una volta, adottare ovunque”. L’adesione al gruppo è gratuita e aperta alla partecipazione da parte di aziende commerciali, figure influenti della comunità open source, elementi di contatto con altri gruppi di sviluppo degli standard, utenti governativi e del mondo educativo, e gruppi di utenti.

SCO ha perso (ancora)

rip_scoIl 30 marzo in una sentenza della US District Court, la giuria ha affermato che è Novell, e non SCO, a detenere i diritti su Unix.

Questo significa che SCO non ha in mano nulla per poter continuare ad avanzare richieste nei confronti di Novell, RedHat, IBM e verso Linux in generale.

Dopo sette anni e dieci milioni di dollari di spese legali, la corte sembra aver deciso finalmente in maniera conclusiva che SCO non ha mai detenuto i diritti di proprietà intellettuale su UNIX, fin dall’inizio, e quindi non ha mai avuto titolo per avanzare pretese nei confronti di Linux.

Tuttavia questo non segna la fine di ogni problema, in quanto SCO può ancora andare avanti nella causa contro IBM, legata ai contratti stipulati ai tempi del Progetto Monterrey. Le questioni di copyright sono concluse, ma rimangono ancora delle rivendicazioni legate ad altri aspetti del contratto.

Articolo originale su ComputerWorld

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