Debian promuove FreeBSD. Fuga da Linux?

debkfreebsdNon è una notizia nuovissima: ai primi di ottobre il team Debian, una delle più importati distribuzioni Linux, e quella che fa da portabandiera per il movimento GNU, ha annunciato di aver elevato al rango first-class il proprio port basato su KFreeBSD, ossia il kernel FreeBSD.

E’ già da un po’ che esiste una distribuzione Debian incentrata su kernel FreeBSD anzichè Linux, ma finora è stata un progetto secondario. Da ora invece essa verrà tenuta alla pari della release Linux principale, con lo stesso numero di versione, la stessa priorità nella risoluzione dei bug riscontrati, e se un qualsiasi pacchetto Debian facente parte del core del sistema troverà difficoltà di compilazione o funzionamento su KFreeBSD la cosa sarà considerata “release-critical“, ossia avrà la stessa importanza come se si verificasse sulla versione basata su Linux.

Questo cambiamento potrebbe nascondere le prime avvisaglie dell’intenzione del team Debian di abbandonare Linux e passare a FreeBSD come proprio sistema base. La cosa rappresenterebbe ovviamente un evento non da poco!

Altri che hanno scritto sull’argomento dicono che ultimamente c’è una sempre più consistente migrazione di sviluppatori da Linux a FreeBSD (e Open Solaris), e che Linux non rappresenta più l’unica alternativa gratuita agli Unix commerciali. Ma se questo può essere vero per quanto riguarda OpenSolaris, bisogna dire che invece FreeBSD esiste praticamente da quando esiste Linux (anche da un po’ prima, se consideriamo l’antenato 386BSD), e in questo senso sembrerebbe più motivato un passaggio al kernel OpenSolaris piuttosto che a un kernel che avrebbe potuto essere utilizzato tranquillamente già svariati anni fa.

Inoltre il mondo BSD ha un concetto di licensing fortemente caratterizzante, e c’è sempre stato un grosso contrasto nei confronti della licenza GPL, considerata troppo restrittiva. Le varie distribuzioni *BSD cercano per quanto possibile di sostituire ogni software rilasciato sotto licenza GPL con una controparte sotto licenza BSD. Sebbene probabilmente proprio le caratteristiche di apertura della licenza BSD consentano il matrimonio del kernel FreeBSD con l’ambiente fortemente GNU/GPL di Debian, è più che probabile che la cosa non sia vista particolarmente di buon occhio e sostenuta dagli appassionati (e dagli sviluppatori?) BSD, da sempre fortemente orgogliosi delle proprie utility direttamente derivate dai sorgenti UNIX originali, e del proprio metodo di sviluppo verticistico “a cattedrale” in opposizione al “bazar” tipico di Linux e degli applicativi GNU/GPL.

Rilasciato DragonFly BSD 2.2.1

logo DragonFly BSDIl 26 aprile Matthew Dillon ha annunciato il rilascio della versione 2.2.1 di DragonFly BSD, il sistema derivato da un fork di FreeBSD 4.

Questa versione è essenzialmente una release di bugfix e non introduce particolarità rispetto alla 2.2.0 che ha aperto il nuovo ramo di sviluppo.

Come già citato in precedenza, la punta di diamante di DragonFly BSD 2.2 è la presenza del file system HAMMER, che con le sue caratteristiche avanzate di instant crash recovery, gestione dei volumi multipli, controllo di integrità dei dati, history retention granulare e capacità di mirroring su altri dischi, rappresenta una valida sfida all’osannato ZFS di Sun/Oracle.

A questi link è possibile scaricare le iso di questa nuova versione: dfly-2.2.1_REL.iso.gz (184MB), dfly-gui-2.2.1_REL.iso.gz (516MB).

Rilasciato OpenBSD 4.5

Il 1 maggio ci porta in regalo, oltre a una bella giornata di sole (almeno in quest’angolo della Sicilia) anche OpenBSD 4.5.

L’annuncio di Theo de Raadt elenca tra le principali novità l’inizio del porting su piattaforma gumstix basata su xscale e su OpenMoko (ARM), nonchè delle migliorie su sparc64.

Innumerevoli i miglioramenti nel supporto di diverse periferiche, alle funzioni di alcuni comandi di sistema, e alla procedura di installazione.

Dal punto di vista dei pacchetti software, è stato incluso il nuovo OpenSSH 5.2, ed è stato accresciuto l’assortimento di pacchetti binari già pronti per svariate architetture. Sono presenti anche Mozilla Firefox 3.0.6 e Thunderbird 2.0.0.19 (che non sono le ultime versioni, a dire la verità), Gnome 2.24.3, KDE 3.5.10, MySQL 5.0.77, OpenOffice.org 2.4.2 e 3.0.1, ed altri.

Il nucleo del sistema contiene anche delle componenti realizzate da terze parti, tra cui spiccano Xenocara (una suite composta da X.Org 7.4 patchato, freetype 2.3.7, fontconfig 2.4.2, Mesa 7.2, xterm 239, ecc.), gcc 2.95.3 e 3.3.5, perl 5.10, ancora il tradizionale Apache 1.3 con diverse patch, OpenSSL 0.9.8j, Sendmail 8.14.3, Bind 9.4.2P2, ecc.ecc.

Come nella tradizione di OpenBSD, è stata anche presentata una canzone, intitolata “Games”, che celebra la release!

Le iso per le architetture più diffuse possono essere scaricate da questi link: i386/install45.iso (229MB, MD5), amd64/install45.iso (251MB, MD5, torrent), mentre per tutte le altre piattaforme è possibile consultare il sito FTP ufficiale.

Rilasciato NetBSD 5.0

Ieri è stato rilasciato l’atteso NetBSD 5.0. L’annuncio ufficiale ci informa che si trNetBSDatta della trentesima release per questo sistema operativo, e in questa versione sono state migliorate le prestazioni in ambiente SMP sui moderni processori multi-core. Altre novità di rilievo riguardano la prerelease del sistema di metadata journaling per il file system FFS (noto come WAPBL), l’allocatore di memoria jemalloc, l’adozione di X.Org al posto di XFree86 su numerosi ports, il Power Management Framework, il supporto al suspent/resume via ACPI su molti laptop, il supporto alla scrittura su UDF, l’Automated Testing Framework, il Runnable Userspace Meta Program framework, e infine il supporto a Xen 3.3 sia su x86 che su amd64.

Sul sito FTP principale sono presenti le immagini ISO per l’installazione su ben 42 architetture. Per quanto riguarda le più diffuse, questi sono i link: i386cd-5.0.iso (229MB, MD5, torrent), amd64cd-5.0.iso (242MB, MD5, torrent).

Svolta desktop per NetBSD

Prende il via da un messaggio di Andrew Doran nella mailing list ufficiale la svolta di NetBSD verso un orientamento più vicino al mondo desktop.

Lo sviluppatore osserva che l’approccio a NetBSD da parte dei nuovi utenti può risultare deludente, specie se si tratta di persone abituate a Windows, Mac e Linux.

L’installer del sistema operativo è efficiente, ma rivolge all’utente parecchie domande dettagliate che risultano astruse ai non esperti, ed ha ancora uno stile testuale tipico degli anni 80 (cosa buona e giusta, ndr). Inoltre una volta completata l’installazione, ci si ritrova con un sistema pieno di tools utilissimi ma poco documentati, e non c’è modo di navigare il web per trovare ulteriori informazioni.

Per gli utenti esperienti, installare l’ambiente desktop per scopi basilari, come la navigazione o il word processing, è un’operazione scomoda. Richiede ore da spendere in download di pacchetti ed editazione di files di configurazione. Divertente, se si ha tempo da perdere, ma la maggior parte di noi ha poco tempo a disposizione.

Per questo lo scopo del progetto desktop è di rendere possibile, partendo da un CD di NetBSD e un personal computer x86 ragionevolmente moderno, l’installazione di un sistema desktop utilizzabile entro un tempo di 15 minuti, richiedendo di rispondere solo a pochi prompt durante il processo.

Per partecipare al progetto, sono state create una pagina wiki (
http://wiki.netbsd.se/Desktop_Project) e una mailing list (netbsd-desktop@netbsd.org).

Doran ci tiene a rassicurare gli utenti più tradizionali di NetBSD sul fatto che non c’è alcuna intenzione di rimuovere l’installazione di tipo “expert”, ma soltanto di aggiungere nuove funzionalità.

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