Rilasciato PC-BSD 7.0-BETA1

Il team di PC-BSD ha rilasciato la versione 7-BETA1. Si tratta della prima release di questo OS basata su FreeBSD 7 e KDE 4.1, e contiene anche novità nei metodi di installazione, infatti adesso è possibile scegliere tra DVD, USB e rete. Ovviamente viene aggiornata anche tutta una serie di applicativi in dotazione con la distribuzione. Trattandosi di una beta, ci sono ancora delle componenti in fase di lavorazione e dei bug in riparazione prima della release finale. Per chi è interessato,

Rilasciato DragonFly BSD 2.0

E’ stata rilasciata la versione 2.0 di DragonFly BSD.
La novità più importante è la presenza del file system HAMMER, che contiene feature avanzate come l’history, gli snapshot, e viene da alcuni addirittura considerato un concorrente di ZFS della Sun.
Inoltre sono stati risolti numerosi bug e sono state aggiunte molte funzionalità. Per un elenco completo visitate questo link.
Download
Organization Mirrored Data Access methods
Chlamydia.fs.ei.tum.de (Germany) 2.0.0_REL image HTTP FTP
TheShell.com 2.0.0_REL image HTTP FTP
dragonflybsd.kiev.ua (Ukraine) 2.0.0_REL image FTP
University of Marburg (Germany) 2.0.0_REL image FTP
Dragonflybsd.org (USA) 2.0.0_REL image FTP (try to find another site first)

HAMMER filesystem released!

  • Crash recovery on-mount, no fsck.
  • Fine-grained snapshots, snapshot management, snapshot-support for filesystem-wide data integrity checks.
  • Historically accessible by default.
  • Mirroring: Queueless incremental mirroring, master to multi-slave.
  • Undo and rollback.
  • Reblocking.
  • Multi-volume,

I prezzi di HP-UX 11i v3 Update2

All’atto del rilascio di HP-UX 11i v3 Update 2 si era detto che HP aveva modificato il modello di bundling delle varie componenti del sistema operativo, in riferimento a clustering e virtualizzazione. A quel tempo HP decise di non rendere note informazioni riguardo ai costi del sistema operativo – una scelta non bella da parte di un vendor nei confronti di qualsiasi prodotto. Ogni cosa dovrebbe avere il relativo listino, e i prezzi dovrebbero essere disponibili pubblicamente. Ad ogni modo, HP ha una cosa chiamata Enterprise Configurator, che è disponibile al pubblico a questo link, che consente ai rivenditori ed ai potenziali clienti di configurare server entry e midrange delle famiglie ProLiant ed Integrity. E’ così che è stato possibile ricavare una tabella con alcuni dei prezzi:

HP-UX Edition 11i v3 Update 2–Per Core List Price

Integrity Server

Base OE

Virtual Server OE

High Availability OE

Data Center OE

BL860c

$455

$4,420

$5,500

$8,120

BL870c

$995

$5,100

$6,000

$9,210

rx2660

$455

$4,420

$5,500

$8,120

rx3600

$455

$4,420

$5,500

$8,120

rx6600

$995

$5,100

$6,000

$9,210

rx7640

$1,970

$6,560

$6,950

$10,630

rx8640

$2,370

$7,200

$7,300

$11,130

NB: I prezzi in rosso sono stimati, in quanto l’Enterprise Configurator è crashato durante la redazione della tabella Il configuratore non ha funzionato per i blade server BL860c e BL870c, così come per il server rx6600, ma è stato possibile estrarre le informazionisul prezzo per le quattro diverse edizioni di Update 2 per l’rx2660, rx6600, rx7640 ed rx8640. I server high-end come i Superdomes non sono parte di questo configuratore. I prezzi mostrati nella tabella sono basati su ciascun core, e non processore, contenuto nel box. Queste macchine utilizzano tutte processori Itanium dual-core serie 9000 “Montecito” oppure “Montvale”, ma tecnicamente possono anche usare i vecchi processori Itanium single-core “Madison”. Sette anni fa, HP creò tre diversi packages, che furono chiamati Operating Environments (OE) per HP-UX. Essi includevano la Foundation OE, che è il sistema operativo base; l’Enterprise OE, che includeva il middleware, la virtualizzazione e altro software di sistema; e la Mission Critical OE, che aggiungeva il clustering di alta disponibilità. Inoltre, HP creò anche la Technical Computing OE per seguire i carichi di lavoro del supercomputing, e che aveva speciali librerie matematiche. Le OE scalavano non solo in termini di funzionalità, ma anche nel prezzo. In questo modo si doveva pagare solo ciò che veniva usato. Sulle nuove macchine HP-UX 11i v2 Foundation costa $495 per socket su macchine con due socket (a meno che si tratti di blade server, nel qual caso costa $150 per socket). L’Enterprise OE Edition costa $3,395 per socket su una macchina con due o quattro socket e $4,770 per socket su una macchina con otto o più socket. La Mission Critical OE costa $6,865 per socket su una maccina con due o quattro socket e $8,240 per socket su una macchina con otto o più socket. Con l’Update 2, HP ha adesso quattro diverse OE, e il loro prezzo è basato sul conteggio dei core, non sul conteggio dei socket. La Base OE è simile alla vecchia Foundation OE, nel fatto che fornisce le funzionalità base della piattaforma HP-UX in configurazione standalone e single system image. La Virtual Server OE aggiunge alla Base OE gli hypervisor di virtualizzazione nPar e vPar. La High Availability OE prende la Base OE e aggiunge il ServiceGuard MC high availability clustering software for HP-UX; ciò significa che si può fare alta disponibilità senza dover pagare per la virtualizzazione. (Prima, se si voleva la Mission Critical OE, si finiva per pagare per l’intera gamma di prodotti HP.) Ed infine, se si vuole tutto il set come veniva offerto dalla Mission Critical OE, si può adesso prendere la Data Server OE, che combina la Virtual Server OE e la High Availability OE insieme. Il passaggio dal pricing per socket a quello per core è significativo, ed indica che il listino Unix di HP scala con le performance, come faceva quando le linee di prodotti HP 9000 e Integrity avevano solo processori single core. Questa riorganizzazione significa anche che gli utenti finali che si aspettavano una diminuzione dei prezzi nel loro passaggio al dual-core o ai futuri Itanium quad-core “Tukwila” rimarranno delusi. Un’ultima nota: con il packaging precedente HP faceva pagare molto meno per le licenze HP-UX sui server blade, ma è solo una deduzione il fatto che ora HP-UX avrà lo stesso prezzo sui server blade e sui server rack con l’uscita dell’Update 2. Non ci sono ancora indicazioni esplicite in tal senso.

OpenSolaris 2008.05 da un nuovo volto a Solaris

Agli inizi di febbraio la Sun Microsystems ha rilasciato una seconda anteprima del Progetto Indiana.  Per chi non lo sapesse, Progetto Indiana è il nome in codice del progetto guidato da Ian Murdock (il fondatore di Debian ora assunto da Sun per occuparsi di OpenSolaris) che mira a spingere OpenSolaris su un maggior numero di desktop e notebook risolvendo i cronici problemi di usabilità di Solaris. La Preview 2 era lontana dall’impressionare e non possedeva nessun serio vantaggio che potesse interessare un normale utente rispetto a un desktop GNU/Linux. Ma con la release di OpenSolaris 2008.05 “Project Indiana” prevista per maggio, la Sun ha rilasciato oggi una copia di test finale di questo sistema operativo. L’esperienza iniziale con questa nuova release è ampiamente migliore di quella avuta meno di tra mesi fa quando abbiamo dato un’occhiata al Progetto Indiana.

Ai tempi della Preview 2 si era detto che OpenSolaris sembrava un GNOME desktop di base simile a quello trovato in molte distribuzioni Linux, certo con molto impegno da parte degli engineer Sun a rendere Solaris un sistema più adatto al desktop, ma c’era ancora molto da fare per raggiungere questo obiettivo e non si vedeva il carisma e null’altro che avrebbe potuto rendere attraente l’utilizzo di questo sistema per un semplice utente desktop. Certo, D-Trace, ZFS e le altre tecnologie Solaris sono grandiose per un tecnico, ma a un utente normale non importa: il Progetto Indiana non include ancora nemmeno un Word Processor.

Queste affermazioni adesso sono parzialmente obsolete.

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