Grand Central Dispatch su FreeBSD

Logo FreeBSDPochi mesi fa Apple ha rilasciato in open source la sua libreria denominata Grand Central Dispatch (GCD), ed utilizzata in Mac OS X Snow Leopard per sviluppare codice multithreaded in grado di girare in maniera ottimizzata su processori multi-core.

Il team di FreeBSD ha lavorato al porting di questa tecnologia su ambienti POSIX, facendo tutti gli adattamenti necessari al suo funzionamento su una piattaforma diversa da quella di Apple.

E’ stato inoltre necessario mettere a punto un particolare compilatore C di tipo blocks-aware, che quando viene utilizzato in unione alla libreria di dispatch genera codice in grado di effettuare callback sia in base alle funzioni che ai blocchi.

Grand Central Dispatch viene descritta nelle sue linee generali su Wikipedia, e la sua principale caratteristica è quella di far gestire i thread al sistema operativo, e non alle singole applicazioni. Questo consente, tra le varie cose, di poter gestire le risorse di cpu e core in maniera ottimizzata tra le varie applicazioni, impedendo ai processi multithreading di impegnare i vari core anche quando non sono attivi, riallocando invece quelle risorse ad altri processi che ne hanno bisogno in quel momento.

Tuttavia i lavori sono ancora in una fase iniziale, e si prevede che GCD sarà inserito nel branch di sviluppo di FreeBSD dopo il rilascio della 8.0, per essere poi presente nella 8.1.

Inutile dire che lo sforzo compiuto dal team di FreeBSD sarà di aiuto per il porting di questa tecnologia su tutti i sistemi POSIX, compresi gli altri BSD, OpenSolaris e Linux.

Rilasciato DragonFlyBSD 2.2

Matthew Dillon ha annunciato il rilascio di DragonFlyBSD 2.2, il sistema operativo derivato da un fork di FreeBSD 4.8.

A partire da questa release, il filesystem HAMMER viene considerato stabile e production-ready, dopo la sua nascita avvenuta nel luglio 2008. La versione 2.2 di DragonFly accresce in maniera sostanziale la stabilità del sistema, aggiunge nuovi driver, migliore supporto e integrazione di pkgsrc, e una nuova infrastruttura di rilascio con il supporto di target multipli. Adesso sono disponibili tre opzioni di rilascio – la ISO su cd di tipo basilare rilasciata dal team, una ISO DVD che contiene un ambiente X pienamente operativo, e una immagine bootabile per penna USB (meno di 512M). I pacchetti software distribuiti con questa versione sono più di 7300.

Una nota di rilascio dettagliata è disponibile a questo url, e queste sono le coordinate per il download: dfly-gui-2.2.0_REL.iso.gz (515MB), dfly-2.2.0_REL.iso.gz (183MB).

1234567890

Con un pò di ritardo riportiamo una notizia folkloristica, ossia il raggiungimento del valore 1234567890 nell’epoch dei sistemi Unix, nella trascorsa giornata di venerdì 13 febbraio.

Come tutti dovreste sapere, i sistemi Unix contano la data in base al numero di secondi trascorsi dall’1 gennaio 1970, e il valore è contenuto in una variabile che viene definita appunto epoch.

Non si tratta di un rischio, in quanto questo valore non causa nessun overflow della variabile dell’epoch, evento previsto per il 2038, quindi l’unico motivo per cui è stato portato alla ribalta è il fatto che si tratta di una sequenza di numeri da 1 a 0, esteticamente bella da vedere.

La cosa è anche stata alla base di diverse feste e party in giro per il mondo.

X-Force 2008 Trends Report

E’ uscito in questi giorni il report del team X-Force della IBM, il quale analizza l’andamento delle vulnerabilità, dei bug e dei rischi di sicurezza riscontrati nei vari sistemi operativi nel corso dell’anno passato.

Il report considera anche l’impatto economico delle varie criticità, e tiene in considerazione vari tipi di applicativi considerati mission-critical, come le applicazioni web e i vari browser.

A pagina 40 del report viene stilata una classifica dei sistemi operativi rispetto alle vulnerabilità riscontrate, e secondo gli esperti IBM i sistemi a maggior rischio in assoluto durante il 2008 sono stati quelli basati su Mac OS X in versione server e workstation, con il 14.3%, seguiti dal kernel Linux con il 10.9%. Le varie versioni di Windows si attestano ciascuna intorno al 5% circa, mentre AIX figura tra i sistemi più sicuri con un’incidenza di rischio del solo 3.7%.

Vari blog tecnici hanno riportato la notizia, ma parecchi obiettano sul fatto che un team finanziato da IBM se ne venga fuori con l’affermazione che un sistema operativo marchiato IBM sia il più sicuro sul mercato. Si obietta poi che non sono ben chiariti alcuni dei criteri di valutazione delle vulnerabilità, senza contare il fatto che parte della maggiore invulnerabilità di AIX è senz’altro dovuta alla sua largamente minor diffusione rispetto agli altri sistemi e conseguentemente al minore interesse ad attaccarlo.

Risulta poi poco credibile un risultato in cui i sistemi Windows appaiono vulnerabili meno della metà dei sistemi Mac e Linux, quando è sotto gli occhi di tutti che la marea di worm, malware e virus che si diffondono quotidianamente e che sfruttano l’infinità di bug e security risks giornalmente riscontrati in tutti i sistemi della famiglia Windows rendono questi sistemi i più rischiosi e vulnerabili in assoluto.

1 30 31 32 33 34 55