…ma Unix ormai è morto!

Bisogna mettersi d’accordo su cosa si intende per UNIX.

Nei primi decenni della sua esistenza UNIX è stato un sistema operativo che si poteva bene o male identificare con un software ben preciso: lo Unix System III e System V della AT&T. Esistevano delle uscite ufficiali, dei servizi di supporto, ecc.ecc.Quello UNIX con gli anni è diventato SCO OpenServer/UnixWare, attraverso i passaggi di proprietà, i cambi di ragione sociale delle aziende, le guerre sui diritti.

Quello UNIX ufficialmente esiste ancora, è (molto) teoricamente ancora acquistabile ed è ancora oggetto di dispute legali. Ma tecnologicamente è un prodotto superato, che non ha più nessun interesse pratico se non per chi deve mantenere una base di installazione pre-esistente. Da questo punto di vista si può considerare “morto“.

Tuttavia a un certo punto della sua storia UNIX ha cessato di essere un sistema operativo, ed è diventato piuttosto un insieme di specifiche, di principi tecnici e di protocolli, che sono identificati da documenti ufficiali: la Single Unix Specification (Spec1170), le specifiche POSIX, e altro. Con l’istituzione del consorzio Open Group, è stato separato il “flusso di codice” ossia l’implementazione pratica di UNIX da quelle che sono invece le specifiche.

Da quel momento l’Open Group è l’autorità che può attribuire ufficialmente il titolo di “UNIX” a un qualsiasi sistema operativo da chiunque scritto, a patto che rispetti le specifiche ufficiali.

Per motivi di costi e convenienze commerciali non tutti i sistemi operativi che attualmente si considerano derivati da UNIX hanno un riconoscimento ufficiale da parte del consorzio, ma possono esserne comunque considerati parte.

Questo significa che correntemente “UNIX” è Solaris, è FreeBSD, è Linux, è AIX, è MacOSX, è Darwin, è z/OS, è …. svariate decine di altri sistemi più o meno famosi. Quindi UNIX non è affatto morto, anzi è in una fase di estrema vivacità e crescita, grazie all’apporto di nuovi sviluppatori e nuove idee che rendono le sue varie incarnazioni all’altezza di affrontare le sfide tecnologiche contemporanee.

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