OpenIndiana 2015.10, continua il sogno di OpenSolaris

openindianaE’ disponibile un nuovo aggiornamento di OpenIndiana, il sistema operativo basato su Illumos che deriva da ciò che fu la code-base di OpenSolaris prima di essere uccisa da Oracle.

Il nome di questa nuova release è OpenIndiana 2015.10 “Hipster”.

Con questa versione, il sistema di packaging IPS è stato aggiornato con delle fix e alcune funzionalità nuove. E’ stato anche predisposto il supporto a boot loaders non-GRUB, e l’installer testuale ha visto alcuni aggiornamenti poiché è scritto in Python, mentre l’installer GUI scritto in C non viene più mantenuto ed è in programma di rimuoverlo del tutto nella prossima release se nessuno si offrirà di mantenerlo. Un altro aggiornamento significativo in questo OS derivato da OpenSolaris è costituito dalla completa rimozione dell’ambiente Java Sun JDK/JRE in favore dell’utilizzo del codice OpenJDK, che è maggiormente aperto.

openindiana-2015-10-hipster

Alcuni degli aggiornamenti ai pacchetti di OpenIndiana 2015.10 includono Perl 5.22, Qt 4.8.7, GCC 4.8.5, Compiz 0.8.10, PulseAudio 1.1, X.Org Server 1.14.7, Mesa 10.5.9, e Joyent’s KVM 20150903. Alcune di queste versioni sono lontane dall’essere le più recenti, come ad esempio il server X.Org, PulseAudio e Mesa, a causa di problemi di compatibilità con (Open)Solaris. Lo stack grafico allo stato attuale è arretrato a causa della mancanza di supporto al kernel mode-setting per gpu Radeon, il quale è richiesto dalle ultime release di Radeon DDX che di converso supportano le release moderne del server X.Org. Il miglior supporto grafico per OpenIndiana rimane quello di NVIDIA quando si utilizza il loro driver proprietario; il driver NVIDIA 340.93 viene fornito direttamente insieme a questa release.

La versione di Firefox inclusa è la 24.8.1 poiché la versione più recente ha dei problemi su OpenIndiana con il supporto dei plugin. La suite di OpenOffice.org non è funzionante ma le note di rilascio raccomandano di installare LibreOffice dal repository SFE. Il desktop di default è GNOME 2.32 con Compiz.

Il progetto Illumos compie 5 anni

IllumosIl 3 agosto 2015 segna i cinque anni trascorsi dall’annuncio di Illumos, la derivazione community-based di OpenSolaris diretta a creare un sistema operativo interamente open source.

Dopo cinque anni, Illumos continua a essere il principale progetto alla guida dell’effort opensource Solaris ed è utilizzato da distribuzioni che spaziano da NexentaStor a SmartOS di Joyent ad OpenIndiana. Purtroppo per OpenIndiana, l’ “OS enterprise robusto” costruito su Illumos, la build più recente (151a8) è adesso vecchia di quasi due anni.

La comunità opensource Solaris non è neanche lontanamente vibrante come era ai tempi di Sun, ma è grandioso vedere cinque anni dopo il prosieguo degli sforzi su illumos.org.

Oracle fonde il “cloud OS” con OpenStack in Solaris 11.2

oraclesolarisI precedenti clienti Unix server continuano la loro marcia verso Linux e per molti di essi non c’è alcuno sguardo indietro, ma questo non ha fermato Oracle dal proseguire lo sviluppo di Solaris Unix – anche se lentamente.

A fine aprile, il gigante dei database ha indetto un evento a New York per annunciare Solaris 11.2, che è solamente la seconda minor release del precedente prodotto Sun dall’uscita di Solaris 11 nel novembre 2011.

Ma sebbene l’OS stia avendo solo un incremento di minor release, questo non significa che non siano incluse novità significative, secondo il Solaris product director Larry Wake. E’ solo che le novità non dovranno alterare alcun sistema esistente.

“In effetti, quello che il .2 significa è che abbiamo incorporato alcuni cambiamenti degni di nota in un modo che ci consente di non lasciare indietro niente e nessuno,” ha scritto Wake in un post sul blog. “Questo è sempre Oracle Solaris 11. La ragione per cui è una minor release è che non ci sono motivi di preoccupazione per gli utenti e gli sviluppatori “11” esistenti su come integrarlo nei propri ambienti.”

Al lancio nel 2011, Oracle definì Solaris 11 come “il primo cloud OS“, e prevedibilmente questo tema proseguirà con la nuova release. La maggior parte delle nuove features ha una tendenza al cloud, anche se l’OS Oracle, ormai tendenzialmente di nicchia, verrà molto probabilmente usato più in cloud privati che pubblici.

L’aspetto più significativo è che Solaris 11.2 adesso include una distribuzione completa di OpenStack. Oracle si è unita al treno di OpenStack nel dicembre 2013 e disse di aver intenzione di integrare il supporto per la tecnologia cloud open source attraverso prodotti multipli, inclusi Solaris e Oracle Linux.

Con il supporto OpenStack in Solaris, i clienti saranno adesso in grado di gestire le proprie VM Solaris dalla stessa dashboard OpenStack usata per le istanze ESX e KVM. E la release include anche il popolare software di IT automation Puppet, per aiutare ad accellerare i task di provisioning, configurazione, gestione del software e altre operazioni ripetitive.

Un’altra novità sono gli Unified Archives, una nuova forma di backup e archiviazione che consente agli admin di clonare l’intero ambiente per disaster recovery o provisioning rapido nel cloud. Per mostrare la nuova tecnologia, Oracle ha anche fornito un Unified Archive preconfezionato ad OpenStack, il quale rende possibile generare un singolo nodo Solaris Openstack “in una questione di minuti”.

Una nuova feature di software defined network (SDN) consente alle applicazioni di dare priorità al proprio traffico tramite flussi di rete che possono essere usati per specificare accordi di livello servizio (SLA) all’interno del data center.

Ci sono inoltre state numerose migliorie alla virtualizzazione, inclusa la possibilità di riconfigurare dinamicamente le Solaris Zones senza riavvio e il supporto per il rename automatico delle Zone. In aggiunta, nuove kernel Zones possono eseguire versioni diverse di kernel rispetto alla global zone e possono essere patchate senza richiedere reboot della global Zone.

Per un elenco dettagliato delle nuove features in Solaris 11.2, è possibile consultare le release note formali. E’ anche possibile scaricare l’OS e provarlo, ma al momento si tratta soltanto di una beta. Oracle ha detto di attendersi la disponibilità della release finale entro l’estate 2014.

Articolo originale su The Register

SPARC e Solaris vivranno fino al 2019

Oracle ha pubblicato senza clamore una roadmap relativa alle sue piattaforme SPARC e Solaris.

Non vengono offerti molti dettagli, ma è presente una sola slide, disponibile come PDF o come immagine ingrandita.

Solaris-SPARC roadmap 2019

Solaris-SPARC roadmap 2019

Cosa si deduce dalla slide? Gli ottimisti saranno contenti del fatto che Oracle sembra avere tre generazioni di silicio in mente e sembra intenzionata a portare avanti SPARC fino al 2019 e oltre. I pessimisti potranno immaginare se i “core enhancements” previsti intorno al 2019 rappresentino un preoccupante vago annuncio di intenti o direzione. Gli enhancement previsti per il 2017 e il 2018 riguardo ai thread e al throughput sembrano anch’essi incrementali in confronto a quelli più consistenti previsti per il 2015 e il 2016, cosa che potrebbe far preoccupare chi ha necessità di far scalare i propri sistemi SPARC.

Il ciclo di rilasci di Solaris non sarà eclatante: le versioni 10 e 11 del sistema operativo sono uscite nel 2005 e nel 2011 rispettivamente, quindi una release di Solaris 12 nel 2016 rappresenta un cambiamento piccolo o nullo nel suo ciclo di sviluppo.

Articolo originale su The Register

Rubati i sorgenti di Solaris 11

Circola in rete la notizia che i sorgenti del kernel di Solaris 11 siano stati messi in circolazione da parte di un dipendente “arrabbiato“.

Dopo l’acquisizione di Sun, Oracle ha staccato la spina al proprio supporto a OpenSolaris, ritirando la strategia che metteva a disposizione della comunità Open Source i sorgenti del kernel in fase di sviluppo, ed offrendo invece una versione Express a titolo gratuito ma senza possibilità di consultazione dei sorgenti.

Sono ovviamente stati presi immediati provvedimenti per rimuovere da Internet i torrent incriminati, ma è altamente probabile che sviluppatori e hacker abbiano già avuto modo di scaricare e prendere visione dei sorgenti.

E’ difficile prevedere al momento quale tipo di effetto questo evento possa avere per OpenSolaris e per software su di esso basati.

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